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La sede del Consiglio regionale della Calabria

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COSENZA – La maggioranza di centrodestra a Palazzo Campanella innesta la quarta sulla nuova “Omnibus”, la proposta di legge che, tra i diversi temi, prevede anche una modifica per rendere consultivo il referendum sulle fusioni dei Comuni.

Il testo, di iniziativa di Gianluca Gallo, Pietro Molinaro, Pierluigi Caputo, Michele Comito  e Giuseppe Neri, è stato discusso ieri della prima commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale. Un confronto piuttosto acceso, da quanto si evince dal resoconto della seduta, con i consiglieri regionali di opposizione Antonio Lo Schiavo e Antonio Billari che non hanno lesinato critiche e osservazioni ai colleghi del centrodestra. 

Nel mirino delle contestazioni della minoranza soprattutto l’articolo 3, che modifica la vigente legge regionale del 2006 sulla fusione dei Comuni rendendo ora soltanto “consultivo” il referendum dei cittadini dei Comuni interessati: norma che ovviamente fa drizzare le antenne da queste parti in riferimento alla recente proposta di legge del centrodestra sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Dapprima c’è stata l’introduzione del consigliere regionale Pietro Molinaro che ha aperto il dibattito.

«Il rispetto dei ruoli – dice Lo Schiavo – impone che la maggioranza governi e l’opposizione vigili, ma con una proposta che prevede tutto ed il contrario di tutto si nega la possibilità non solo di incidere, ma semplicemente di avviare la discussione. Non affrontare le riforme col tentativo di forzare la mano senza alcuna forma di interlocuzione. Nelle fusioni dei Comuni il potere della popolazione è solo consultivo o inesistente. È impossibile poter cooperare in un simile contesto. La legge – afferma il capogruppo del Misto – ha il carattere politico di una maggioranza che vuole mostrare i muscoli».

La presidente della Prima Commissione Luciana De Francesco è intervenuta per precisare che la proposta di legge punta a dare risposte al territorio sottolineando che sarà possibile presentare emendamenti. Sulla stessa lunghezza di d’onda di Lo Schiavo Billari: «Siamo in presenza della sesta legge “Omnibus” che interviene su qualsiasi materia. Sulla fusione dei Comuni è in atto una discussione che si tenta di superare attraverso l’esclusione sia della volontà dei Comuni che dei cittadini, con la previsione di un referendum consultivo non vincolante». Non si è fatta attendere la replica di Caputo, primo firmatario della proposta di legge per la città unica Cosenza, Rende e Castrolibero.

«La modifica alla legge del 2006 – sostiene – è necessaria perché la norma a suo tempo è stata scritta male. La finalità è quella di dare la parola ai cittadini, considerato che i sindaci non hanno dato alcuna apertura al processo di fusione. L’intenzione non era quella di portare la discussione sul piano politico, né pervenire all’approvazione di una norma di parte».

Una presa di posizione che non è piaciuta a Lo Schiavo. «Dopo l’intervento del consigliere Caputo, sorgono dubbi che l’intervento normativo sia realmente attagliato alla discussione sulla fusione di Cosenza-Rende. Per portare al centro i cittadini l’ultima possibilità deve essere il parere vincolante del referendum e la maggioranza dei consensi deve essere prevista in tutti i Comuni coinvolti. Non si comprende il senso del voto dei cittadini su un referendum consultivo non vincolante», afferma. Nuova replica di Caputo, che – si legge ancora nel resoconto – ribadisce «la ferma volontà di coinvolgere i cittadini attraverso il referendum».

LA MAGGIORANZA DI PALAZZO DEI BRUZI – A Cosenza il confronto sullo Stretto non è certo passato inosservato e nella maggioranza targata Franz Caruso la disamina è politica oltre che tecnica. «Il dibattito svoltosi ieri mattina nella Prima Commissione Consiliare regionale presieduta da Luciana De Francesco ha reso evidente che la barbarie che vorrebbe compiere il Consiglio Regionale con la modifica del comma 3 dell’art. 5 della legge n.15/2006, prevedendo l’esclusione, sia della volontà dei Comuni interessati che dei cittadini, ai processi di fusione, ha un solo obiettivo: riportare alle urne i cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero per rimettere in gioco l’ex sindaco Mario Occhiuto, oggi senatore semplice tra tanti e, quindi, mortificato nel suo smisurato ego”. E’ quanto scrivono in una nota i capigruppo di Palazzo dei Bruzi Francesco Alimena (PD), Ivan Commodaro (Franz Caruso Sindaco), Raffaele Fuorivia (Psi), Francesco Gigliotti (De Cicco Sindaco) e Daniela Puzzo (Cosenza Libera).

 «Altro che Città Unica a beneficio della collettività e dei territori – prosegue la nota – c’è un disegno politico in atto che tutto piega alla vanità di un uomo. Tanto che l’ormai ex sindaco Occhiuto non molla la presa su Cosenza, intervenendo anche in maniera deplorevole (vedi l’altarino delle vittime della rotatoria di viale Cosmai) nel dibattito cittadino, forse pure nel tentativo di far dimenticare i disastri che ha lasciato e che la buona e oculata amministrazione del Comune da parte del sindaco Franz Caruso, da buon padre di famiglia, sta cercando di risistemare eliminando sprechi e sperperi. E’ proprio all’ex sindaco oggi premiato con l’elezione a senatore semplice grazie alla prima posizione bloccata nel listino di FI, infatti, si deve il dissesto di Cosenza, finora oltre 250milioni di euro e l’ulteriore disavanzo tra il 2020 ed il 2021 di altri 24milioni di euro circa, oltre alla mancata copertura finanziaria di 11 milioni di euro di fondi vincolati. Un primato che ricade oggi sulle spalle dei cittadini di Cosenza attraverso tributi elevati al massimo e servizi ridotti purtroppo al minimo e che il centrodestra vorrebbe, evidentemente, estendere all’intera area urbana. Ed, infatti, la modifica alla legge del 2006 per come incardinata tende all’approvazione di una norma di parte, a sfregio dei principi di democrazia, tanto che addirittura si tenta di escludere i Comuni, abolendo la deliberazione consiliare che rappresenta l’unico atto partecipativo vincolante rappresentativo delle scelte del territorio. Un vero e proprio obbrobrio legislativo! Bene ha fatto nei giorni scorsi il sindaco Franz Caruso a chiedere l’intervento di Anci Calabria e dell’Anci nazionale. Dispiace moltissimo che tutto ciò stia avvenendo con il tacito consenso del fratello di Mario Occhiuto che, però, è presidente della Regione Calabria e dovrebbe lavorare per risolvere le tante emergenze che l’attanagliano, e non per soddisfare i desiderata del proprio congiunto».

La maggioranza esce dunque allo scoperto e denuncia pubblicamente ciò che nel centrosinistra è opinione diffusa da quando i consiglieri regionali del centrodestra hanno depositato la proposta di legge regionale per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Ovvero che dietro l’accelerazione del centrodestra regionale ci sia, a loro dire, una strategia per specifici riposizionamenti politici. Un ulteriore elemento di contrapposizione tra i sostenitori e gli scettici della città unica.

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