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Il simbolo della Lega

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Stamattina presso la sede regionale della Lega, a Catanzaro, s’inaugura il primo sportello “Antindrangheta&malaffare” in pompa magna, alla presenza del presidente facente funzioni Nino Spirlì, del commissario Francesco Saccomanno mentre da Roma per l’occasione arriva il vice di Salvini, Andrea Crippa.

Lo sportello sarà gestito da avvocati della Lega e sarà a disposizione di tutti “sostenendo le azioni di tutela e difesa di chi ha subito un torto e di chi vuole portare avanti un percorso di vera legalità. Un servizio del tutto gratuito che verrà messo a disposizione delle persone che intendono contrastare realmente il malaffare con gli avvocati della Lega”.

Un atto concreto di sostegno a chi è vittima, che parte da questa analisi: “La Calabria è un territorio ove la radicazione della criminalità organizzata ha ormai raggiunto livelli altissimi e risulta molto difficile distinguere, a volte, tra il bianco o il nero essendosi il grigio profondamente infiltrato. Sono molto pochi gli enti e le istituzioni che riescono a creare una barriera solida ed invalicabile e spesso il cittadino si trova spaesato dinnanzi alle ingiustizie che giornalmente subisce”.

In un dibattito che bada molto alle apparenze e poco alla sostanza la Lega nell’annunciare la sua iniziativa non fa menzione di una notizia data ieri dal sito del Quotidiano e ripresa dal Fatto Quotidiano e da Repubblica.

Ci riferiamo alla candidatura di Vincenzo Cusato, ex consigliere comunale di Rosarno, municipio di recente commissariato per infiltrazioni mafiose. Il politico, con un passato in Forza Italia, ha aderito alla Lega ed è candidato nella circoscrizione Sud per le regionali in Calabria. Il candidato Cusato è consuocero di Rocco Bellocco, avendo la figlia sposato Domenico, figlio del presunto capoclan.

Sul punto abbiamo sentito il diretto interessato che fa presente che “mio genero Domenico, che ha il solo problema del cognome, non ha mai avuto alcun coinvolgimento in nessuna indagine, non ha nessuna condanna ed ha sempre lavorato onestamente e con grandi sacrifici”.

Cusato fa anche presente che, in merito allo scioglimento del comune di Rosarno, lui era consigliere di opposizione. Afferma anche il candidato “di essere in politica dal 2002 e di non aver mai avuto nessun problema. Di aver sempre lavorato onestamente, quale dipendente Asp e di non aver mai avuto nessun problema giudiziario”.

Aggiunge inoltre Cusato “di non aver mai avuto nessun rapporto con la famiglia Bellocco, tanto è vero che mai mi è stato contestato qualcosa”; poi continua: “Mi dispiace di aver messo il partito della Lega in difficoltà con notizie false, ma sono pronto a dimettermi e non partecipare alla competizione elettorale, ritenendo però responsabili di tale decisione tutti coloro che fanno circolare informazioni inesistenti”.

Queste le notizie. Cusato è incensurato e anche il genero. Resta una parentela acquisita che genera imbarazzo e inevitabili polemiche. Non sappiamo se i consuoceri si siano mai incontrati. Nessun responsabile della Lega ha ritenuto opportuno commentare la questione, e quindi la disponibilità ad uscire dalle liste non è stata neanche presa in considerazione.

Sul punto abbiamo sentito anche il parere del candidato governatore Roberto Occhiuto che ha affermato: “Su oltre 200 nomi vagliati, non potevamo mica per ognuno andare a vedere con chi fossero fidanzati o con chi fossero sposati i figli”.

Considerato che questo era il presupposto principe delle candidature, forse più attenzione si poteva fare. Tra l’altro per tornare alla Lega, chi ha compilato le liste conosceva la questione, considerato che Cusato è in compagine del 2016 e a Rosarno certe notizie le conoscono tutti, soprattutto il commissario Saccomanno che è proprio di Rosarno.

Ma non finisce qui. La Lega ha presentato per la prima volta una lista elettorale alle comunali di Cosenza. E tra i candidati c’è il giovane Mattia Lanzino, nipote diretto di Ettore Lanzino, capo della ‘ndrangheta della città bruzia.

Mattia Lanzino è incensurato. Come Enzo Cusato e suo genero.
Per quanto riguarda il mio pensiero garantista chi non ha problemi con la Giustizia ha il diritto di candidarsi e non è per nulla giusto pagare per i problemi dei congiunti. Ma rimane un mio pensiero.

La cultura giuridica della magistratura inquirente è diversa, ed è quella condivisa da tutta la politica, Lega compresa. La ‘ndrangheta basa la sua forza sui rapporti familiari. Prima istituzione cui si deve tenere conto. Non a caso Gratteri ha dichiarato recentemente che le liste pulite sono inutili, perché esistono i prestanome. Figurarsi se sono degli stretti congiunti. Che in caso di bisogno dovranno dare conto. E se allo sportello del malaffare istituito della Lega si rivolgeranno vittime dei Bellocco o dei Lanzino cosa accadrà?

C’è infine da registrare anche un rumoroso silenzio da parte degli altri candidati governatori che, presi dalla loro campagna elettorale, si sono ben guardati dal commentare la notizia.

Forse sarebbe meglio mettere da parte tutta questa retorica antimafia di facciata in campagna elettorale. Proponete qualcosa di serio senza sceneggiate inutili.

Lo sportello antindrangheta&malaffare c’è già. Si trova nelle procure della Repubblica. E a quanto sappiamo sono molto frequentate da chi è strangolato da una piovra ben annidata e nascosta anche nell’economia e nella politica. Con molto grigio profondamente infiltrato tra il bianco e il nero.

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