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I candidati Roberto Occhiuto e Francesco Caruso

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COSENZA – Nel primo vero evento pubblico di piazza della sua campagna elettorale a Cosenza, il centrodestra fa sfilare tutta la coalizione.

Dal palco allestito sulla Salita di Pagliaro passano Giuseppe Mangialavori (Forza Italia), Wanda Ferro (Fratelli d’Italia), Flavio Cedolia (Udc), Alfonso Dattolo (Coraggio Italia), Giacomo Saccomanno ed Emilio Greco (Lega), il presidente facente funzioni Nino Spirlì.

Nei loro interventi l’omaggio a Jole Santelli, il sostegno ai candidati in campo – per città e Regione – Francesco Caruso e Roberto Occhiuto, il tributo al sindaco uscente Mario Occhiuto.

Perché l’evento ha tre protagonisti: è il comizio di Francesco Caruso e Roberto Occhiuto, ma è anche il saluto alla città del sindaco in carica che sale sul palco, accolto da una standing ovation del pubblico, con gli occhi lucidi.

«Sono emozionato, ma è anche un po’ la congiuntivite» sorride. Ringrazia la città «per questi dieci anni fantastici. Io ho dato tutto me stesso a Cosenza», confessa di essere «un po’ triste, come quando finisce un amore» ma assicura che il suo legame con la città «non si interromperà mai». Del suo vice, ora in corsa per la carica di sindaco, loda la competenza e lo stile in campagna elettorale.

«Gli altri offendono, denigrano, perché è il loro modo di comportarsi. Francesco no, parla di fatti e di programmi» dice. E a chi lo accusa di aver amministrato pensando solo ai cantieri da aprire e ad adornare corso Mazzini, replica che «le opere non servono ad abbellire ma a migliorare la vita dei cittadini» e che «questo splendido ‘salotto’, corso Mazzini, non è solo un luogo di bellezza, ma un luogo di socialità, per tutti: un trionfo di democrazia urbana».

Lungo e appassionato l’intervento del candidato a sindaco. «Con Mario Occhiuto ci siamo allenati alla palestra del fare, non della demagogia. Abbiamo dimostrato che anche una città del Sud può crescere e stupire – dice Francesco Caruso – Eppure in questi giorni assistiamo a un paradosso. C’è qualcuno che vuole portare indietro le lancette dell’orologio e lavora per distruggere, per far regredire la città. Cosenza non ha bisogno di facili distruttori, ma di bravi costruttori».

Roberto Occhiuto, candidato alla presidenza della Regione, celebra il ‘modello Cosenza’. Lui, che fa politica da quando era un ragazzo, racconta di aver imparato in questi anni da Mario, tecnico prestato alla politica dieci anni fa. «Voglio fare per la Calabria quello che tu hai fatto per Cosenza» dice. Il finale è un crescendo, di tono e di intensità, innescato dall’incursione di una passante che da un lato della piazza gli urla «tutte chiacchiere».

«Non sono chiacchiere. Sa perché? Perché io non ho null’altro da dimostrare elettoralmente a me stesso. Potevo restare a Roma, nella comoda posizione di capogruppo e aspirare a diventare ministro. Ho scelto questa sfida, perché voglio passare alla storia di questa regione dimostrando al Paese quanto la Calabria sia straordinaria. E voglio farlo con la capacità e l’amore che Mario ha mostrato per Cosenza».

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