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La conferenza stampa della presentazione del progetto

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DICE di non essere «un tecnico», ma che quando ha fatto «uno dei primi sopralluoghi nell’area di Vaglio Lise», non ha avuto dubbi. Quel luogo, limitrofo alla stazione ferroviaria, avrebbe «visto sorgere, presto, il nuovo ospedale di Cosenza».

È così che il sindaco Franz Caruso, accompagnato dall’assessore ai Lavori pubblici Damiano Covelli e da quello all’Urbanistica Pina Incarnato, apre la conferenza in cui scende nei dettagli del progetto sull’hub sanitario, già oggetto di una delibera di Giunta (la numero 76 del 10 giugno scorso) approvata nel corso del consiglio comunale di due settimane fa. Munito di telecomando per far scorrere le slide proiettate sul grande schermo di Palazzo dei Bruzi, il primo cittadino fa anche, e subito, una promessa: «La nuova struttura sarà completata prima della fine del mio mandato, non mi piacciono i cantieri aperti o le cattedrali nel deserto». Dunque, molto prima del 2050, per quanto il cronoprogramma, circa i prossimi passi da porre in essere in tema di costruzione e realizzazione, sia costituito da numerose “attività” da sviluppare.

«Procederemo con l’accordo di programma – dice Caruso – poi ci sarà la conferenza dei servizi e, ancora, i vari atti di progettazione. Ho comunque già interloquito col Ministero della Salute, prossimamente incontrerò Roberto Speranza, mentre con Roberto Occhiuto ho già parlato: la Regione è pronta a scrivere una pagina di storia importantissima». Perché sì, se il consiglio comunale, nonostante le polemiche sul punto, è risultato essere l’organo deputato a scegliere la sede del nuovo ospedale, è il governatore della Calabria a rappresentarne il soggetto attuatore. «Il presidente, a margine di un evento svoltosi nei giorni scorsi in città – dichiara sempre il sindaco – ha detto che avrebbe preferito che l’ospedale sorgesse a sud di Cosenza, per valorizzare il centro storico, ma che questo rimane solo un suo pensiero perché la scelta tocca al Comune. Aggiungerei – chiosa – che, a ogni modo, l’Annunziata non ha mai dialogato con la parte vecchia di città. Insomma dopo 20 anni, 20 anni di scuse e pretesti, eccoci qui a rivendicare, come amministrazione, un atto fondamentale».

LA TRASFORMAZIONE DEL TERRITORIO

Costruire il nuovo hub a Vaglio Lise, inoltre, «equivale a recuperare una zona completamente periferica e a trasformarla». Parla, infatti, di «nascita di numerosissime attività economiche e sociali intorno all’ospedale, come B&B, pizzerie, ristoranti» il sindaco e, quindi, di ciò che il vocabolario spiega con una parola sola alla voce “gentrificazione”. «Naturalmente l’ospedale sarà collegato al resto della città e a Rende – prosegue Caruso –. L’autostazione sarà pure spostata a Vaglio Lise, e lì dove si trova attualmente creeremo spazi verdi collegati a piazza Bilotti che anche speriamo di rendere più vivibile contro quella che è la sua cementificazione; daremo vita a un servizio navette con piccoli bus elettrici che ridurranno l’inquinamento. Infine, sempre per quanto riguarda la mobilità – dichiara il sindaco – rimetteremo in piedi il progetto della metro, che comunque non abbiamo mai abbandonato». Quanto a tempi, però, non è dato sapere.

«VAGLIO LISE OK, RENDE NO»

Sulla scelta di Vaglio Lise il sindaco, in un secondo momento, dichiara che ad incidere «sia stato lo studio di fattibilità (quello del 2017, commissionato dalla Regione guidata da Mario Oliverio, ndc)  ma anche una visione politica, quella appunto di rivalutare le periferie, oltreché il fatto che gli ospedali debbano essere costruiti in pianura». Sempre sullo schermo vengono proiettate le immagini dei recenti ospedali di Andria, Siracusa e Pordenone, i “modelli” di quello che sarà l’hub di Cosenza.

Quando poi qualcuno tira fuori l’opzione “ospedale accanto all’Unical” i toni si scaldano. «Dobbiamo costruire è un ospedale – risponde – non un policlinico. Ed è inutile prenderci in giro: l’ateneo di Arcavacata non ha la facoltà di Medicina, ma solo un triennio che lega l’aspetto sanitario a quello tecnologico (in realtà le Facoltà nell’università italiana sono state abolite dalla riforma Gelmini e sostituite dai Dipartimenti, più di dieci anni fa. Là dove esistono, ma spesso sono chiamate Scuole, non hanno più le funzioni che storicamente le erano attribuite. L’Unical è sede di un regolare corso di laurea in Medicina e Chirurgia, interateneo con Catanzaro. Un corso distinto da quello già attivo presso la Magna Graecia e che consente di conseguire la doppia laurea: la magistrale in Medicina e la triennale in Ingegneria informatica, curriculum bioinformatico, ndc). E infine posso affermare che sarà più veloce per i rendesi – conclude – raggiungere Vaglio Lise, piuttosto che un ospedale previsto altrove».

LA CITTADELLA DELLA SALUTE

L’attuale ospedale, quello appunto dell’Annunziata, «non verrà però depauperato». Durante la sua conferenza fiume, il primo cittadino quasi risponde al gruppo di Fratelli d’Italia che, dopo essersi astenuto dal votare la delibera nel corso del già citato consiglio comunale, ha paventato «il timore che lo storico nosocomio bruzio venga abbandonato». «L’Annunziata – dichiara Caruso – diventerà cittadella della salute, non ci saranno muri, i suoi spazi potranno essere vissuti dall’intera comunità e non solo dai malati cronici, oncologici o di lunga degenza. Esiste già – sottolinea – una specificazione in tal senso nella delibera di Giunta: si prevede la sua ristrutturazione, persino lo spostamento delle ambulanze per evitare l’inquinamento, anche acustico, nel centro città».

Ulteriori previsioni: «A sud – aggiunge – realizzeremo la casa di comunità e l’ospedale di comunità e quest’ultimo in particolare negli spazi di via Bendicenti, dove attualmente sorgono gli uffici della Municipale». E allora la Municipale? «Potrebbe spostarsi – risponde – ai Due Fiumi, oppure a via degli Stadi o nella vecchia caserma vicina a San Domenico: vedremo, ho già incontrato i loro sindacati».

VARIE ED EVENTUALI

In ultimo, ma non per importanza, Franz Caruso tiene a precisare alcuni aspetti. Tra questi, il fatto che nel nuovo hub «sorgerà un centro regionale di virologia e sarà potenziata la ricerca, sia da parte dell’Unical sia da parte dell’Inrca, specializzata nella robotica terapeutica». Poi, la questione relativa alla zona, eventualmente da espropriare, dove svetta la Motorizzazione Civile. «Non ci sarà alcun bisogno di toccare quei terreni», dice il sindaco, che assicura poi anche di poter contare su oltre 80mila metri quadri messi a disposizione da Ferrovie dello Stato in quell’area. Caruso poi aggiunge: «Partendo dalla costruzione del nuovo ospedale, realizzeremo, e ne chiederemo uno studio di fattibilità, un tunnel tecnologico, sottostradale, per portare lì i fili dell’alta tensione». E, infine, sulle risorse da impiegare, il sindaco termina in questo modo: «Sulla copertura finanziaria siamo tranquilli: ci sono i finanziamenti dell’accordo tra Stato e Regione, poi i 50milioni per la Cittadella della Salute e poi i fondi Inail. Su altri soggetti privati sì, c’è la possibilità che investano, ma stando ai conti al momento la copertura c’è».  

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