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Il sindaco di Cosenza Franz Caruso

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Alta velocità, da Cosenza una mobilitazione contro il cambio di tracciato: dal sindaco Caruso messaggi precisi alla Regione e a Rfi

CORREVA l’anno 2021, il governo Draghi metteva mano all’alta velocità sotto Salerno e per la Calabria si prevedeva di abbandonare l’attuale tracciato tirrenico, per far correre i nuovi binari lungo la linea dell’autostrada, passare da Tarsia e arrivare a Cosenza. Non proprio al centro ma alle porte, è vero, tuttavia per il capoluogo si annunciava una vera rivoluzione. Due anni e mezzo più tardi, di quella proposta di tracciato restano solo vecchie slide.

«Qui siamo alla presa in giro» ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, poche settimane fa, arrivato apposta fino a Praia per partecipare a un incontro del Dibattito pubblico sull’alta velocità. I tecnici di Rfi in quell’occasione non hanno lasciato spiragli, ma per Caruso la mobilitazione è appena iniziata.

Sindaco Caruso, le risposte dei tecnici di Rfi non l’hanno soddisfatta. Sappiamo che sta organizzando una mobilitazione dei Comuni. Di cosa si tratta?

«Abbiamo in mente, con altri colleghi, di organizzare una riunione dei sindaci dei Comuni dell’area urbana, del Pollino e dello Jonio, per valutare insieme le iniziative da intraprendere per sottrarre dall’isolamento questa parte del territorio calabrese. Perché è inutile girarci intorno: se le scelte che verranno attuate sono quelle annunciate da Rfi – scelte che la Regione le ha delegato – un pezzo importante della provincia di Cosenza, e della regione, sarà tagliata fuori dall’alta velocità».

Però i tecnici di Rfi sono stati piuttosto netti sul tracciato Praia-Tarsia, quello che fino a un anno fa rappresentava il secondo lotto della nuova Av. A Praia hanno detto in sostanza che è un progetto che non ha gambe, ovvero con costi di realizzazione e manutenzione insostenibili – cito – che lo rendevano di difficile, se non impossibile, approvazione.

«Io credo che se la Regione dà un’indicazione a Rfi, Rfi non può non tenerne conto. L’azienda fa una scelta tecnica, ma poi ci sono anche gli indirizzi politici. E sulla scelta tecnica, mi lasci dire, che Rfi è stata contraddittoria. Nel giugno del 2022, in Cittadella, ci presentarono un tracciato dell’alta velocità che prevedeva il percorso cosiddetto autostradale, con il lotto Praia-Tarsia. Il percorso tirrenico, ci dissero in quell’occasione, era stato scartato perché tecnicamente di difficile realizzazione. Ora dicono l’esatto contrario. A me sembra una presa in giro. Ci dicano ora se ci hanno preso in giro un anno e mezzo fa in Cittadella o se ci hanno preso in giro qualche settimana fa a Praia. E poi ci sono altri aspetti da tenere in considerazione. Una linea di alta velocità ha bisogno di molta elettricità. Di almeno 200 kilovolts. Terna non ha nei suoi programmi interventi in quella zona, mentre sul precedente tracciato c’è. È anche in base a questi elementi che la nuova scelta di Rfi non convince. A questo punto si dica chiaramente che isolare una parte del territorio è una volontà politica, ma non ci si nasconda dietro le scelte tecniche di Rfi».

Qualcuno potrebbe tacciare Caruso di campanilismo.

«Direi proprio di no. Io difendo una parte, importante, di territorio. Cosenza, da un ritorno al tracciato originario, trae beneficio in piccola parte. Con il vecchio percorso la nuova alta velocità dopo Tarsia sarebbe arrivata alle porte dell’area urbana, alla nuova stazione tra Montalto e Rende. Per Cosenza, raggiungere quella stazione o raggiungere Paola, che con le nuove gallerie Santomarco disterà appena 7 minuti, cambia poco. Questa è una battaglia non per Cosenza, ma per tutta un’area della provincia che è stata sempre abbandonata. Che poi, a dirla tutta, non è neanche scontato che la nuova alta velocità si realizzi».

Si riferisce alla questione dei fondi, immagino. Ai lotti Romagnano-Praia e Praia-Tarsia erano stati assegnati 9,4 miliardi di euro sul Fondo complementare. Ora abbiamo scoperto che solo per il Romagnano-Praia di miliardi ne serviranno almeno 8. Per il secondo lotto – che sia Praia-Tarsia o Praia-Paola – restano briciole. Tuttavia mi pare che al momento Rfi non abbia ancora detto chiaramente se il lotto 2 sia da considerarsi definanziato.

«E c’è di più. Il finanziamento per l’Alta Velocità si ferma in Campania: gli unici fondi del Pnrr destinati all’opera riguardano solo il lotto Battipaglia-Romagnano. Ma davvero pensiamo che i fondi Fsc e strutturali possano garantire il resto dell’opera? Perché non c’è solo il secondo lotto da rifinanziare, ma c’è ancora tutto il resto del tracciato fino a Reggio che non ha copertura. Invece qui si finirà per ammodernare e velocizzare il tracciato esistente, ma non sarà vera alta velocità».

Caruso, i tecnici di Rfi sono stati chiari su questo punto: hanno spiegato che il lotto Praia-Paola non sarà il potenziamento della linea esistente, ma che si costruirà un tracciato nuovo qualche chilometro più su.

«E con quali soldi? Guardi, qui finirà che la nuova alta velocità si fermerà a Praia».

Parliamo ora dei collegamenti interni. Che l’alta velocità arrivi a Tarsia e quindi poi a Montalto/Rende o che resti a Paola, per i cosentini sarà necessario raggiungerla. O rendendo più facilmente fruibile Vaglio Lise, da cui si parte con il regionale verso Paola, o prevedendo collegamenti con la nuova stazione di Montalto/Rende, anche via bus. E questa sarà una competenza in capo ai Comuni.

«Certo, ma questo mi preoccupa meno. L’alta velocità innescherà una necessaria riorganizzazione dei trasporti locali e solleciterà anche l’offerta privata. Certo, se non avessero cancellato il progetto della metropolitana leggera, lasciandoci con il viale Mancini smantellato e senza offrire un’alternativa, avremmo già una buona base di partenza».

Da quando è stato annunciato che il progetto della metropolitana tramontava, non c’è stato alcun contatto al riguardo con la Regione?

«Nessuno. Noi abbiamo registrato una totale mancanza di rispetto istituzionale. I sindaci – io e il collega di Rende – sono stati convocati in Regione, si è preso atto che da parte nostra c’era tutta la volontà di proseguire con il progetto e qualche tempo dopo abbiamo scoperto, dall’intervento dell’assessore Staine durante un convegno, che il progetto era stato cancellato. E nessuno, nonostante le nostre rimostranze, ci ha chiamato, ci ha invitato in Regione. A partire dal governatore Occhiuto che conferma l’invidiabile capacità di riuscire a incassare senza dare risposte».

Ma voi a qualche alternativa avete pensato? Già quando il progetto iniziò a vacillare, perché i fondi erano a rischio disimpegno, si ipotizzò di ricorrere a un sistema di bus elettrici.

«Il Comune di Bari sta lavorando a un progetto di mobilità su gomma alternativa alle metro di superficie. Un progetto che vogliamo studiare: avvieremo presto un confronto con il sindaco De Caro. Ma ci sarebbe anche la possibilità di sfruttare la linea ferroviaria esistente, riconnettendo i binari di Ferrovie della Calabria e Ferrovie dello Stato».

Intende dire adeguando lo scartamento e consentendo finalmente a un treno che parte da piazza Matteotti di arrivare quantomeno direttamente a Paola, senza fare cambio a Vaglio Lise?

«Certo. Pensi che a Vaglio Lise mancano solo dieci metri di binario per collegare le due linee. E a quel punto otterremmo una metropolitana di superficie capace di collegare piazza Matteotti, e quindi Cosenza centro, a Vaglio Lise, Castiglione, Unical, Paola, la futura eventuale stazione di Rende/Montalto. Le alternative ci sono, serve la volontà dell’ente regionale».

Si collegherebbe così anche il nuovo ospedale, ovunque si faccia: tanto Vaglio Lise – che è la localizzazione su cui spinge il Comune – quanto l’Unical si troverebbero lungo il tracciato ferroviario.

«Il nuovo ospedale è il fulcro di tutto lo sviluppo della mobilità dell’area vasta metropolitana, non solo dell’area urbana. Parlo di un territorio che comprende anche le Serre, il Savuto, la Presila, la Media Valle del Crati. E visto che accennava alla localizzazione, tengo a ricordare che il sito di Vaglio Lise era stato scelto dalla Regione, dopo uno studio di fattibilità di costato quasi 700mila euro. Una scelta che io e il Consiglio comunale abbiamo sposato, perché baricentrica: è peraltro più vicina all’Unical, che al centro storico di Cosenza».

Parlando di collegamenti interni, rileviamo una forte carenza, a Cosenza come nel resto della regione, di un servisio taxi o Ncc.

«Ne sono cosciente. In città ci saranno sì e no quattro taxi. Ma da quanto mi risulta non ci sono neanche richieste per nuove licenze. È un servizio che proprio non prende piede. Era un bel servizio quello offerto dall’Amaco, con la navetta “Al volo” per stazione e aeroporto, ma si è rivelato alla fine insostenibile ed è stato tagliato».

Il consigliere regionale Tavernise lanciò a Trenitalia la proposta di un collegamento diretto Cosenza-Sibari-Milano, via adriatica. Caruso che ne pensa?

«Ben venga, ma la competenza è della Regione. Non mi pare però ci sia questa grande attenzione verso il nostro territorio, considerato e usato solo come terra di conquista da parte di chi dovrebbe investire sul suo rilancio. Rilancio che passa innanzitutto dai servizi: sanità, per prima, poi trasporti e infrastrutture. Se non capiamo questo, significa che siamo fermi a una visione della Calabria subalterna e non adeguata al ruolo invece che può ricoprire come porta del Mediterraneo».

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