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Barbara Mele

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Barbara Mele, 42 anni, una donna della buona politica in Calabria. Energica, solare, pratica, la persona giusta per governare quel posto da favola che si chiama San Nicola Arcella, con l’Arco Magno in cui girarono una celebre Carosello dei Baci Perugina, stesso luogo in cui si era impegnata a far arrivare la troupe dell’ultimo 007, venendo sconfitta solo da un’imprevista pioggia che fece cancellare le scene del copione.

Ma ben altro copione si apprestava a distruggerle la vita con una tempesta imprevista. Pronta a ricandidarsi per un’altra prevedibile vittoria in municipio, un tintinnio di manette diventa per lei la solita colonna infame che ben conosciamo.

L’operazione Archimede si era presentata con prosa giudiziaria devastante per la gran mole di indagati accusati di aver contribuito a sporcare il mar Tirreno con affari giudicati altrettanto sporchi.

Anche lei Barbara Mele, tra i presunti affaristi inquinatori. Voleva arrestarla la Procura di Paola, ma per fortuna ancora qualche contrappeso funziona nella Giustizia italiana. Però, per il sindaco scatta il provvedimento di “obbligo di firma” presso la polizia giudiziaria quasi fosse un estortore. Perché? Non lo capiamo.

Era il 20 luglio quando scoppiò la tempesta giudiziaria. Il 3 settembre Barbara scrive una lettera ai cittadini, “Non mi candido, evito strumentalizzazioni e penso alla mia famiglia”. Nelle scorse ore, Barbara Mele, che ha scelto il rito abbreviato, è stata assolta da ogni accusa in Tribunale (LEGGI). L’incubo è finito.

Ma quali sono stati i clamorosi indizi che hanno determinato questo drammatico scivolone che ha rovinato la vita e la carriera di un sindaco? Una crisi idrica esplosa alla vigilia di Ferragosto risolta dal decisionismo del sindaco con una telefonata alla ditta della manutenzione e un’intercettazione a strascico in cui gli occhiuti inquisitori hanno preso lucciole per lanterne.

Non si può tacere su questo eccesso di giustizialismo, spesso da noi dei media fomentato, con coltelli digitali che distruggono le persone.

“È men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore” sta scritto nella “Colonna Infame”. A certi inquisitori leggere la sera Manzoni intrecciato con Sciascia non farebbe niente male.

A Barbara Mele chiediamo di tornare ad occuparsi del bene pubblico e della malagiustizia. Ne abbiamo tutti bisogno.

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