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Antonio Tursi

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C’È una terza mozione che potrebbe essere presentata da qui al 4 febbraio e partecipare al congresso provinciale del Pd. È quella di Controcorrente, propone Antonio Tursi alla segreteria e ha raccolto le firme di 400 iscritti appartenenti a 47 diversi circoli della provincia. Candidatura che andrebbe ad aggiungersi a quelle, già presentate, di Maria Locanto – attuale subcommissario provinciale dei dem, scelta da Francesco Boccia – e Vittorio Pecoraro, che gode del sostegno di Adamo, Bruno Bossio, Guccione, Iacucci, Mazzuca.

Era pronta giovedì, (ex) termine ultimo per depositare le candidature, ma i sottoscrittori hanno approfittato della proroga al 4 per una discussione «più approfondita».

«Il rinvio non è un buon segnale per l’organizzazione – dice Tursi – Se c’è una data, se ci sono delle scadenze, è chiaro che vanno rispettate. Detto questo cogliamo la dilazione come opportunità per ampliare il ragionamento e approfondirlo. Serve un dibattito sul futuro del partito, quello che a livello regionale non è stato possibile aprire visti i tempi più ristretti del congresso».

Il futuro del partito? Il Pd ancora festeggia la vittoria alle ultime amministrative.

«Ed è stato un risultato importante, tanto più visto l’esito delle elezioni regionali. Ma vari elementi hanno contribuito alla vittoria di Caruso. C’era un forte malumore rispetto al decennio Occhiuto e al secondo turno c’è stato il contributo di altre forze, come De Cicco. Alle regionali, dove il voto è politico, il Pd ha preso il 7 per cento… Detto questo, la situazione del partito in provincia richiede un lavoro immane. Il Pd è pressoché assente in almeno 60 comuni. In 45 ci sono zero iscritti, in altri 15 uno solo».

Mi pare di capire che al momento lei non ritenga che il congresso, per quello che è lo scenario attuale, possa porre rimedio.

«Ritengo che un congresso tipo sfida all’ok corral non serva. Finirebbe solo per incancrenire le crepe. Più utile è sviluppare, tenendo conto delle tradizioni e del territorio, una prospettiva ampia, che rigeneri il partito dall’interno. Ripeto, serve un lavoro immane, richiede passione, lavoro, presenza sul territorio e conoscenza. Nessuna resa dei conti risolleverà il Pd».

Cosa vi aspettate da queste ulteriori settimane di “riflessione”?

«L’appello che arriva dai territori a sostegno della mozione di Controcorrente lo rivolgiamo a tutti: costruiamo insieme un partito inclusivo e aperto. Un partito che sappia riconoscere l’appartenenza come valore e sappia aprire le porte a chi guarda a noi. Al momento, per quello che è lo scenario attuale, non vedo consapevolezza dei problemi e volontà di ricostruire. Spero arrivino in questi giorni segnali diversi e che si apra un dibattito reale sulle sorti del partito. A livello regionale non c’è stato il tempo di discutere e di avviare un confronto tra candidato e territori. A noi questo tempo ora è concesso: utilizziamolo».

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