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Amerigo Castiglione

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Per l’ex consigliere Amerigo Castiglione la fusione in città unica tra Cosenza, Rende e Castrolibero è “un pastrocchio” da bocciare. E lancia una stoccata ai proponenti: «Li sfido in un confronto pubblico»

IL progetto della fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero va avanti ma, nonostante nessuno vuole parlare (almeno per il momento) di “barricate”, il fronte del no non demorde e mette nel mirino la proposta di legge regionale. A Rende il costituendo Comitato civico spontaneo non intende restare alla finestra e attendere passivamente il corso degli eventi. Nell’acceso dibattito sulla città unica entra in tackle l’ex consigliere comunale Amerigo Castiglione. Lo stesso che nei mesi scorsi lanciò per primo l’appello a una class action di forze politiche rendesi contro la fusione. Esponenti, movimenti e associazioni (e qualche partito) che oltre il Campagnano hanno spesso parlato una lingua differente (e continueranno a farlo) ma che non hanno esitato a fare lega contro la proposta di legge regionale.

Decine le adesioni con la stesura di un documento che porterà alla costituzione di un comitato contro la proposta di legge regionale. «Non si tratta nel modo più assoluto di un cartello politico-elettorale. Né tanto meno la nostra lotta può essere derubricata a una mera contrapposizione tra destra e sinistra a livello regionale o a una dozzinale diatriba campanilistica», precisa in premessa Castiglione al Quotidiano del Sud. «A causa dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose e il conseguente commissariamento del Municipio, Rende si è ritrovata senza una rappresentanza politica in questa delicata e cruciale fase e pertanto abbiamo avvertito la necessità di colmare questo vulnus fermo restando l’apprezzamento per l’operato dei commissari prefettizi con cui nelle scorse settimane abbiamo avuto un proficuo incontro sulla città unica».

I promotori del Comitato puntano sull’informazione. Proseguono gli incontri con i cittadini, un gazebo è stato allestito negli scorsi giorni a Santo Stefano per la raccolta firme contro la fusione. Quest’ultima non è osteggiata dall’ex consigliere comunale, stessa posizione degli altri promotori del Comitato, ma viene piuttosto sonoramente bocciato «il metodo della Regione». Castiglione definisce la fusione prospettata dalla maggioranza consiliare di Palazzo Campanella «un’annessione per rimediare al dissesto finanziario di Cosenza e penalizzare strategicamente Rende». «I cittadini di Cosenza non avranno nessun vantaggio così come i rendesi e i castroliberesi. La città unica non può essere avviata senza una propedeutica Unione dei Comuni. Mi sembra che la Regione stia mettendo il carro davanti ai buoi», rileva poi Castiglione.

«Non ho problemi a dire che nelle ultime elezioni regionali ho votato per il centrodestra ma se avessi saputo che avrebbero portato avanti questo progetto di città unica non avrei mai dato il mio sostegno», aggiunge. «Questa fusione per come prospettata è un pastrocchio. Una scelta calata dall’alto che esautora la volontà dei cittadini. Viene de facto abolita l’autodeterminazione delle comunità», stigmatizza Castiglione. «Si faccia un referendum vincolante e deliberativo in ogni singolo Comune. Dalla Regione non servono studi di fattibilità commissionati ad hoc», evidenzia l’esponente politico rendese sollevando la questione antidemocratica e quindi anticostituzionale contro cui, se e quando sarà approvata la legge, si preannunciano anche da Rende ricorsi nelle sedi opportune.

L’ex consigliere non ritiene le posizioni contrarie alla fusione una volgare e opportunistica questione di poltrone: «Ho letto dichiarazioni di importanti rappresentanti politici e istituzionali che relegano la nostra battaglia a un problema di posizionamento politico. A Rende c’è una protesta di ampio respiro che guarda alle future generazioni, nessuno vuol difendere l’orticello. Chi in modo subdolo ci accusa di farlo è perché probabilmente ha sempre seguito quella logica».

«Avrei preferito che la Regione avesse usato la stessa solerzia dimostrata per la città unica per la realizzazione del nuovo ospedale. Non mi importa il sito dove sarà costruito, la sanità locale versa in una condizione così drammatica che non si può perdere altro tempo. Invece i consiglieri regionali sembrano voler accelerare solo sulla fusione», lamenta l’esponente politico rendese. Castiglione non esita infine a lanciare una provocazione ai consiglieri regionali proponenti: «Sfido Pierluigi Caputo, Luciana De Francesco e tutti gli altri in un confronto pubblico sulla proposta di legge che hanno presentato. Sono pronto a ribattere punto su punto evidenziando le criticità e le ambiguità dell’attuale progetto che penalizzerebbe irrimediabilmente le comunità delle tre municipalità».

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