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L'area lungo il fiume Jassa, in località Fiego, a Cosenza

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COSENZA – C’è un parco naturalistico, sconosciuto ai più, nella città di Cosenza, a sud della confluenza tra i fiumi Crati e Busento. Un’estesa area verde che nasconderebbe siti di grande interesse archeologico e che meriterebbe valorizzazione e tutela.

La segnalazione arriva dall’architetto Vincenzo Gallo, già assessore nella giunta Catizone. «Nella zona a sud del territorio del Comune di Cosenza – scrive Gallo – esiste un’ampia zona sottoposta a vincolo ambientale-paesaggistico, pari al 47% del territorio comunale. L’area urbana costituisce solo il 25,4% del territorio, i boschi il 27%, le colture agricole il 25% (soprattutto uliveti e vigneti), mentre i pascoli rappresentano il 22,6% del territorio per come si legge anche in documenti ufficiali del Comune. Esiste di fatto pertanto un parco urbano in città da valorizzare e promuovere adeguatamente».

Un onere di cui potrebbe farsi carico il neosindaco Franz Caruso. «Nel 2004 – ricorda Gallo – come assessore tecnico anche al verde del Comune di Cosenza ho promosso il progetto “Itinerari verdi – alla scoperta di antichi sentieri”, realizzato dal Comune con il supporto di giovani archeologi, storici e botanici del servizio civile. È stato individuato anche un antico ponte probabilmente romano quasi del tutto insabbiato nel fiume Jassa (GUARDA LA FOTOGALLERY DELL’AREA IN LOCALITÀ FIEGO IN FONDO ALL’ARTICOLO). Mi auguro che la nuova amministrazione comunale possa rilanciare questo progetto, recuperando la rete sentieristica esistente».

«Questa zona – prosegue l’ex assessore – è a pochi minuti dal centro storico e vi sono localizzati anche i resti di una antica struttura in muratura ad archi. Potrebbero essere i resti di un antico acquedotto e mi auguro possano essere presto messi in sicurezza».

«Cosenza è una città immersa nel verde se si tiene conto anche che il territorio comunale è a circa trenta minuti dalla Sila e dalla Catena Costiera. Potrebbe diventare pertanto la città dei turismi (culturale, naturalistico, enogastronomico, ecc.) – conclude Gallo – valorizzando il suo centro storico e le aree di maggiore pregio ambientale e tutelando i manufatti di interesse archeologico esistenti».


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