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IL CLIMA di condivisione con cui il Senato accademico dell’Unical ha designato, poche settimane fa, il Consiglio d’Amministrazione dell’ateneo è solo un ricordo. O meglio, è stata solo una tregua. Ieri, chiamati a fissare la data delle prossime elezioni per il nuovo rettore, i senatori si sono di nuovo divisi. Metà, circa, chiedeva il voto prima dell’estate, il resto voleva che si prendesse più tempo e che si fissasse la campagna elettorale subito dopo l’estate. Al voto non si è neanche arrivati e per uscire dallo stallo si è optato per una terza via: chiedere un parere al Consiglio d’Amministrazione fresco di nomina e di insediamento. 

Chiudere l’era Latorre, dopo 14 anni, non sembra proprio affare facile. Il prologo si era vissuto già la scorsa estate quando, all’indomani della sentenza del Tar umbro che aveva messo in discussione la proroga bis per i rettori in scadenza al momento dell’entrata in vigore dei nuovi statuti post Gelmini, i sei presidi dell’Unical chiesero al Senato di discutere l’eventuale chiamata delle elezioni già per l’anno accademico in corso. Seguirono discussioni accese, archiviate dall’emendamento che il ministro Profumo – ancor prima della pronuncia del Consiglio di Stato – inserì nella spending review per avallare la doppia proroga. Storia dell’anno scorso e, del resto, che si dovesse fissare la data per il voto stavolta lo ha ricordato lo stesso Latorre, inserendo il punto all’ordine del giorno del Senato. La palla, per ora, passa quindi al CdA, chiamato alla sua prima pronuncia importante. Poi si ritorna in Senato: è a quest’organo che tocca chiamare le elezioni, in fase di prima applicazione del nuovo statuto. 
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