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Il Primo marzo visita solenne del neo arcivescovo: sì al matrimonio dei preti e dei divorziati, senza rinunciare alla professione e alle presenze televisive

di MICHELE INSERRA

COSENZA – Da parlamentare di Forza Italia ai salotti televisivi, nelle vesti di psichiatra e criminologo. Dalla massoneria al vertice della Chiesa Ortodossa italiana. Sua Beatitudine Alessandro I, al secolo Alessandro Meluzzi, è pronto a sbarcare in Calabria.

L’esordio dell’Arcivescovo è previsto per il primo marzo a Cosenza. La visita pastorale di Meluzzi si terrà alla Casa delle Culture di corso Telesio, nel centro antico della città, e comprende un momento liturgico solenne e un momento di aggregazione e fraterna conoscenza personale fra i membri della comunità ortodossa che si stringerà attorno al primate. L’incontro avrà inizio alle ore 15 e prevede il saluto preliminare del metropolita e la consacrazione di un diacono e cinque ipodiaconi, seguiti dalla divina liturgia e dall’Agape fraterna presso un locale della zona.

Proprio il 23 dicembre scorso su proposta della Cancelleria il Santo Sinodo ha decretato che il Decanato del Mercurion sia istituito con giurisdizione sulla Calabria e la Lucania: a guidarlo è stato designato Padre Athanasio che è stato proposto per l’elevazione a Corepiscopo.

IL PERCORSO. E’ stato un iter religioso travagliato quello di Meluzzi. Era uno scomunicato a vita per la chiesa cattolica. Nonostante fosse uscito dalla massoneria nel 2003 non gli fu consentito di essere riconosciuto cattolico. La ritrovata fede non fu ritenuta sufficiente per rientrare nei “ranghi” della Chiesa cattolica. «Sono diventato ortodosso solo un anno fa – ha detto Meluzzi in una intervista al settimanale “Sorrisi canzoni e tv” – quando un vescovo cattolico mi voleva fare diacono ma ho scoperto che essendo stato massone fino al 2003, la Chiesa mi aveva messo al bando per sempre». Dopo essere stato ordinato prete ortodosso dieci mesi fa a dicembre scorso arriva la grande investitura: in punto di morte padre Adeodato Mancini, patriarca della Chiesa Occidentale Assiro Caldea lo ha nominato Arcivescovo. A rivelarlo in una apparizione in televisione era stato lo stesso Meluzzi. Una circostanza che aveva sollevato una serie di polveroni e persino una smentita ufficiale da parte della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta. A quanto pare, infatti, la Chiesa Occidentale Assiro Caldea, di cui Meluzzi fa parte, non sarebbe stata riconosciuta dalle autorità Ortodosse e sarebbe una sorta di “religione parallela”. La risposta del prof non si fece attendere: «Capisco che il mondo ortodosso in Italia e non solo sia complicato e litigioso. Immagino mille obiezioni, ma noi non obbediamo a nessun patriarcato. Siamo una onlus con un marchio registrato. Lasciateci in pace a fare il nostro ministero. Se vogliono mi scomunichino pure, ma queste cose si risolveranno di fronte al padreterno. In Italia la libertà religiosa è un diritto garantito costituzionalmente».

Una decisione maturata da lungo tempo e che lo vede impegnato nella costruzione di un importante tempio ortodosso a Torino, città dove il professionista vive e lavora. Meluzzi ha atteso il capodanno ortodosso, per presentarsi alla comunità torinese nella nuova veste. Ora si appresta ad esordire in Calabria. Diffonderà il Vangelo della Chiesa ortodossa che rappresenta. Dal matrimonio dei preti (“Si può essere un buon pastore e contestualmente un buon padre di famiglia”), a quello dei divorziati (“La nostra Chiesa non presidia una unione che non c’è, ne benedice una che c’è).

Nel contempo continuerà a svolgere le sue attuali attività professionali, così come non mancheranno le sue apparizioni televisive. «A 60 anni – ha riferito al sito Tiscali – sono ormai come Paolo che in tarda età per continuare la missione di evangelizzazione cuciva le tende. Continuerò a fare il medico perché mi dà le risorse con cui vivo e con le quali potrò alimentare la mia poverissima Chiesa, e continuerò anche a comparire in tv se mi vorranno». Al prof Meluzzi le grandi sfide piacciono da vivere. E tanta gente in Calabria è pronto ad accoglierlo.

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