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Un momento dell'edizione di Tropea del Gay pride

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COSENZA – Il Comune di Cosenza non concederà il patrocinio al Gay Pridecs che culminerà nella parata del 1 luglio. (LEGGI LA NOTIZIA DEL GAY PRIDE)

La decisione del sindaco Occhiuto che ha però ribadito il sostegno alla «cultura della tolleranza e della non discriminazione». Ad Occhiuto non convince invece «la spettacolarizzazione della preferenza sessuale, spesso ostentata attraverso modalità stereotipate e conformistiche» queste le parole del sindaco che aggiunge «Il nostro Gay Pride ricorre 365 giorni all’anno».

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Per questi motivi e soprattutto per rispetto alle perplessità rappresentateci, in tal senso, da gran parte dei tanti amici gay che vivono con serenità la propria quotidianità sessuale in una città aperta e tollerante quale è Cosenza, preferiamo come Ente Locale non patrocinare l’iniziativa del Gay Pride. L’innovazione si misura attraverso la capacità di superare luoghi comuni e consuetudini. In questo il senso, il Gay Pride è paradossalmente figlio di una cultura paradigmatica e conservatrice”.

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Da qui il diniego al patrocinio che però Cosenza aveva concesso al Gay Pride di Reggio Calabria. La manifestazione che è già partita con una serie di incontri e dibattiti ed ha visto madrina d’eccezione la senatrice Monica Cirinnà, ha ottenuto il patrocinio della Regione e della Provincia e quello dei comuni di San Giovanni in Fiore, Spezzano Sila e Aiello nonché il sostegno di varie associazioni e dei Giovani democratici. In questi giorni gli organizzatori incontreranno il rettore Crisci, anche in questo caso bisognerà sciogliere il nodo patrocinio che l’Unical ancora non ha concesso.

La secca replica del Pridecs: «Andremo avanti anche senza l’Amministrazione comunale»

«Dopo due mesi di attesa di una risposta ufficiale, mai pervenuta, e incontri richiesti e mai concessi, come Comitato Pride apprendiamo da una nota che il Comune di Cosenza non concederà il patrocinio al Pride Cosenza del 1 luglio. Ci chiediamo come mai il Comune non abbia articolato le stesse perplessità in occasione del patrocinio concesso al Calabria Pride svoltosi a Reggio Calabria, primo Pride calabrese, nel 2014 (LEGGI LA NOTIZIA). Forse il patrocinio in un territorio diverso solleva un’amministrazione da precise responsabilità politiche e critiche interne. Responsabilità politiche che non possono esaurirsi in azioni estemporanee».

Esordisce così il comitato Pridecs nel commentare la decisione del Comune di non concedere il patrocinio alla manifestazione. Nella nota il comitato aggiunge che «La stessa sede è stata peraltro concessa ad Arcigay nel 2002, ben prima che questa amministrazione si insediasse. In ogni caso, nel 2017, le stesse istituzioni dovrebbero continuare a dimostrare, concretamente, costantemente, e non attraverso slogan, sostegno alle battaglie di civiltà e contrasto a ogni forma di discriminazione».

Il comitato denuncia come nella nota del comune il Gay Pride «viene testualmente definito “una modalità sterotipata e conformistica”, in linea di continuità con ben noti e diffusi discorsi e cliché conservatori». Sotto questo punto di vista il comitato rimarca come «il Pride mira a una riappropriazione delle identità omosessuali, in grado di trasformare lo stigma in orgoglio, in privato come in pubblico, rivendicando a testa alta la propria dignità. L’innovazione è sinonimo di cambiamento esplicito, non di normalizzazione e omologazione. Il cambiamento si persegue con politiche non di tolleranza, ma di inclusione, rispetto e giustizia verso tutti e verso tutte. La richiesta di patrocinio è stata corredata da un documento politico che indicava il senso e le finalità di questo Pride, rispetto al quale eventuali perplessità avrebbero potuto essere affrontate in un eventuale quanto necessario incontro».

Ad ogni modo «il Pride, che non si esaurisce nelle nostre intenzioni nella parata conclusiva del 1 luglio, è già iniziato, con eventi di importanza informativa, scientifica e culturale, che proseguiranno con un ricco programma fino al 1 luglio. Il programma è pubblico, sostenuto da enti locali, realtà associative e accademiche. Soggetti che non hanno rilevato alcuna spettecolarizzazione fine a se stessa, ma momenti di confronto, altrettanto importanti di quelli che il Comune sembrerebbe portare avanti in non meglio precisate attività, iniziative e progetti. In attesa di una risposta ufficiale al Comitato Pride, evidenziamo che evidentemente non siamo stati riconosciuti come soggetto politico legittimato a dialogare con il Comune. Le autorizzazioni, regolarmente concesse dai soggetti preposti, ci consentiranno di portare avanti le attività del Pride, anche – conclude la nota – senza alcun sostegno dell’amministrazione comunale».

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