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COSENZA – Ieri 10 febbraio è stata lanciata da Cape Canaveral la missione Solar Orbiter, considerata la più importante missione solare dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) degli ultimi vent’anni, realizzata in collaborazione con molte agenzie spaziali tra cui la Nasa e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Del gruppo di istituzioni che vi partecipa fa parte anche l’Università della Calabria con il gruppo di Astrofisica e Geofisica dell’ateneo.

«Solar Orbiter – spiega il sito ufficiale dell’Ateneo – si avvicinerà gradualmente al Sole e permetterà uno studio dettagliato dei violenti fenomeni solari e, per la prima volta, l’esplorazione delle zone polari del Sole. La sua strumentazione innovativa consentirà di rispondere alle domande dei ricercatori sui misteri della corona solare, del vento solare e della loro influenza sull’ambiente terrestre»

L’Unical ha partecipato fin dall’inizio degli anni ‘90 alla progettazione del satellite, alla stesura del piano scientifico, ai preparativi scientifici e tecnici del lancio, anche con la presenza a Cape Canaveral di ricercatori del Dipartimento di Fisica. Un impegno che andrà avanti nei prossimi mesi, con l’analisi scientifica dei dati dello strumento di plasma Swa (Solar Wind Analyser) e del coronografo Metis, dati che il satellite ha iniziato a registrare nel suo percorso nello spazio interplanetario.

«Solar Orbiter è una missione molto importante e molto attesa, con un notevole contributo italiano che vede il coordinamento scientifico in capo all’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) – ha dichiarato il professor Nichi D’Amico, presidente dell’Inaf – Le accurate informazioni che raccoglierà sulla nostra stella rappresentano un tassello di rilievo nell’ambito delle attività per lo studio e il monitoraggio dello space weather (il tempo meteorologico dello spazio) che stiamo potenziando e mettendo a sistema».

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