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Paolo Villaggio, scomparso oggi a Roma a 84 anni

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Il popolare comico genovese nel 2012 fu protagonista a Cerisano di un suo show dal titolo “La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca»

Pubblichiamo l’intervista concessa da Paolo Villaggio al Quotidiano in occasione dello spettacolo “La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca” che andò in scena a Cerisano a settembre 2012. L’intervista fu realizzata da Francesco Mannarino e Francesco Rende e uscì sull’edizione cartacea del Quotidiano della Calabria. Il 30 dicembre 2012, invece, a Paolo Villaggio fu dedicato un Domenicale a firma di Giosi Mancini. Leggi e scarica il pdf a questo link.

CERISANO (COSENZA) – «Sì, pronto? Sono qui con due coglioni e uno pseudo attore che dobbiamo fare una specie di intervista, non so».

Paolo Villaggio è così, prendere o lasciare: lunga veste bianca in coordinato con capello e barba al vento, si siede ad un tavolino e, prima di iniziare a parlare di tutti gli argomenti possibili ed immaginabili, chiede due cose: dei fichi d’india, «che quelli normali li mangio anche in Tunisia», e dell’acqua liscia. Mangiare no, «non mangio, lo sapete». Dall’altra parte del telefono i due conduttori di Rtl ed in diretta nazionale, da Cerisano, il Villaggio che non ti aspetti. Prima si dedica alla radio nazionale ed alla trasmissione “L’Indiscreto” che vuole sentire l’attore nazional-popolare. Poi anziché la classica conferenza stampa, ecco la sorpresa. Villaggio contro il Quotidiano della Calabria, in versione esame di Stato. «Scusi, Maestro..», il nostro primo approccio. E lui, di rimando. «Maestro un c..». E giù risate, tra la folla che intanto si era radunata intorno all’attore e ai due poveri cronisti, circondati intanto dal fortissimo odore di cipolle che viene arrostita nei banchetti gastronomici.

Si parla di tutto, dei poveri Bossi e Berlusconi e delle coste calabresi, della «prostitute a disposizione di vecchi libidinosi che stanno qui a guardarle» come le veline, del voto di scambio di Andreotti e Mastella in Sicilia e Campania e di uomo come animale politico: Paolo Villaggio a Cerisano è così, anche quando scendendo dalla macchina saluta il sindaco e gli racconta di essere stato «compagno di scuola di Chiaravalloti».

«Domandatemi quello che volete, ma niente dello spettacolo e niente del passato: solo futuro. Innanzitutto, quanti anni hai?» «35». «Quindi sei disoccupato? Va bene, ho capito..».

Si parte dall’economia politica, dal trio Merkel-Monti-Hollande che si incontra ogni tre ore e parla solo di soldi, «parlan solo di come fare più soldi alle banche».

Si passa poi alla situazione italiana: «Le nuove generazioni, come voi, sono rovinate: i vecchi si sono circondati di persone talmente tanto incapaci che il loro unico merito è stato quello di ricattarli quando sono diventati vecchi. Pensate a Maroni, che prima ha iniziato a dire che Bossi era vecchio, incapace, non gli si alzava più, e poi ne ha preso il posto. Oppure Berlusconi, che ha fatto un impero da solo e si è circondato di persone incapaci, che lo hanno rovinato più di come ha fatto lui con le sue mani».

La criminalità a Napoli ed in Calabria, tasto dolente, «tanto qui nessuno si ribella: c’è la criminalità? E si, vabbè.. ma vabbè cosa? Vabbè un cazzo. Napoli con la sua spazzatura causata dalla criminalità rovina l’Italia intera».

Lo provochiamo: Villaggio, lo sa che potrebbe anche lei buttarsi nella mischia politica?. «Ma secondo te a 80 anni mando tutto a puttane? Ho fatto tutta nella mia vita. Sono felice e guardo avanti. Mai in politica».

E noi, ancora: Grillo? «Solo provocazione, ha raggiunto il 20 per cento di consenso dicendo che tutti sono ladri. Praticamente una cosa che noi sappiamo già. Mancano le proposte. Mica facile però farle in un paese ridotto così».

Nessun accenno alle polemiche che lo hanno accompagnato in questi giorni dopo le dichiarazioni shock sulle Paraolimpiadi. «No no, chi se ne frega, non ne parlo più».

Se gli chiediamo come vedrebbe il Fantozzi del 2000, ci domanda innanzitutto se abbiamo letto il suo ultimo libro, uscito un mese fa: non l’abbiamo letto, prima ci guarda male e poi sorride. «Dai, ve lo dico come sarebbe Fantozzi oggi: l’impiegato base adesso ha i capelli come Balotelli con la crestina, le scarpe con la suola a barchetta, un orecchino e diversi tatuaggi: è lampadato, ma dice alla gente che è andato in vacanza, anche se è stato solo dal parrucchiere sotto casa. Va allo stadio a spaccare tutto o al Gay Pride e la gente lo tratta male, ma sbaglia tutto perché lo fa solo per mostrare alla gente che esiste: alla vecchia che gli chiede dove è stato, dovrebbe solo dire “cazzi miei”, e passare avanti. Così forse diverrebbe meno tragico».

Parola di Paolo Villaggio. Ci alziamo, e chiediamo se abbiamo passato l’esame: non ci dice nulla ma sorride. Forse, stavolta, la sufficienza a casa l’abbiamo portata.

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