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Carmine Abate e Cataldo Perri

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CARMINE Abate e Cataldo Perri sono due anime artistiche che si sono incontrate e hanno iniziato un cammino condiviso. Attraverso due linguaggi diversi, il primo è uno scrittore e l’altro è un musicista, raccontano la terra di Calabria, fatta di sorrisi e lacrime, di gente che parte e di gente che arriva, fatta di accoglienza e generosità.

Questa sera, 14 agosto, si ritrovano a Plataci sul palco del Peperoncino jazz festival per presentare “La moto di Scanderbeg e altri viaggi”, Carmine Abate è la voce narrante e Cataldo Perri si occupa della narrazione musicale con la sua chitarra battente e il buzuki, accompagnato da Enzo Naccarato (fisarmonica) Checco Pallone (percussioni e chi-tarra) Piero Gallina (violino e lira calabra).

È da 2002 che Abate e Perri vanno in giro raccontando la Calabria attraverso parole e suoni. «Ci siamo incontrati al salone del libro di Torino – racconta Cataldo Perri – è c’è stato subito un feeling, una comunione di intenti e abbiamo iniziato ad andare in giro con tanti spettacoli che ci hanno portato anche fuori i confini italiani fino in California e fra la gente del Sud dove forti sono i sentimenti di appartenenza». «Abbiamo capito – continua Perri – che con “strumenti” diversi raccontavamo le stesse cose: la Calabria, la nostra terra, la rabbia, la felicità, e così è nato questo progetto».

Cataldo Perri segna il ritmo delle parole di Carmine Abate con la chitarra battente. «È uno strumento – spiega Perri – che produce un suono ancestrale di una terra e un popolo e parla di una tradizione antica, niente a che vedere con i suoni prodotti artificialmente». Il reading di questa sera parte dal libro di Carmine Abate La moto di Scanderbeg con la lettura di alcuni brani ma verranno letti anche altri passi di libri di Abate in una mescolanza che mette insieme anche vari brani di storie diverse che con un filo conduttore e lette di seguito diventano un’unica grande storia. E le musiche di Perri non sono solo un colonna sonora in lontananza ma anzi sono scritte e ispirate proprio dai libri di Carmine Abate, come gli 11 brani del disco Calabreshe. Letture e musiche sono concatenate.

DAL LIBRO ALLO SPETTACOLO

Sempre in fuga dalla sua famiglia, dal suo paese in Calabria, dai fantasmi del passato e da se stesso, il protagonista di questo romanzo, Giovanni Alessi, approda in Germania sulle tracce dell’irrequieta e sensuale Claudia, che ama fin da ragazzo. A Colonia lavora dapprima come posapietre con uno zio, poi inizia a collaborare alla radio italiana. E intanto, grazie soprattutto ai racconti memorabili della madre e alle suggestioni magiche di un misterioso ragazzino dagli occhi di calamita, ripensa la sua storia e quella di suo padre Scanderbeg, affascinante leader delle lotte contadine nell’Italia del dopoguerra, sempre in sella alla sua moto, nel quale sembra rivivere il mitico condottiero dell’epopea albanese contro l’impero ottomano.

Salutato al suo apparire da Vincenzo Consolo come «uno dei più felici esiti narrativi di questi anni», La moto di Scanderbeg è un sorprendente romanzo corale in cui si intrecciano storie d’amore, di impegno civile e di spaesamento. Abate le narra con maestria, affidandole a voci possenti e appassionate.
Le letture avvincenti di Carmine Abate danno voce ai personaggi e ai percorsi emozionali della sua anima sempre in bilico fra passato e futuro, fra radici antiche e germogli nuovi, fra rabbia e amore, fra sogni e fallimenti.
L’opera è scandita da una lingua ricca, fedele all’impasto pieno di sapore che da sempre caratterizza la prosa di Abate, e insieme sorretta da un ritmo incalzante, cinematografico.

Il musicista Cataldo Perri entra nel corpus letterario con musiche sinuose e sanguigne, solari come i paesaggi calabresi ed ombrose come gli occhi dei migranti. I brani accompagnati alla chitarra battente, sono composizioni originali di Perri ispirate proprio ai lavori letterari di Abate. La battente, nobile strumento della tradizione popolare del sud Italia, è suonata da Perri con una tecnica peculiare e tesse, per tutto lo spettacolo, un tappeto sonoro che riverbera dell’antica memoria mediterranea. La parola e la musica per raccontare un sud epico ed etico che lotta con dignità contro i soprusi di ogni genere e che spesso è costretto ad emigrare per dare un avvenire dignitoso ai figli.

L’appuntamento a Plataci nel Peperoncino jazz festival. L’appassionante itinerario musicale (e, al contempo, turistico e culturale) tracciato nelle più belle località calabresi dal Peperoncino Jazz Festival, evento ideato nel 2002 da Sergio Gimigliano e Francesca Panebianco, organizzato dall’associazione culturale Picanto, giunto quest’anno alla sua XX edizione fa tappa a Plataci con una ricca giornata a doppio set: la musica inizierà, infatti, a diffondersi nell’aria all’ora del tramonto, quando nello splendido contesto naturalistico del Belvedere Piani del Granaio riecheggeranno le note del sassofonista Danilo Guido, che si proporrà al pubblico nella sua essenza più vera e intima, presentando “The Breath Of Soul”, suo disco di esordio.

In serata, invece, l’anfiteatro comunale ospiterà il reading/concerto spettacolo “La moto di Scanderberg e altri viaggi”, tratto dall’omonimo romanzo (Oscar Mondadori) di Carmine Abate con Cataldo Perri.

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