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PIZZO – Via Nazionale era trafficata alle 13.30. Come ogni giorno nell’ora di punta. Le auto procedevano a passo d’uomo. Anche quella sulla quale viaggiavano Rosanna Gullo, 55 anni, e la figlia 30enne Paola Liotta. Ad un certo momento il dramma: Paola sferra diversi fendenti contro la madre che non fa nemmeno a tempo a difendersi. Il veicolo si ferma. Le urla catturano l’attenzione della gente. La tragedia si compie. Rosanna riversa sul sedile in preda al dolore lancinante, Paola lì vicino. La folla accorre e soccorre la ferita attualmente in prognosi riservata. Di lì a poco arriveranno i carabinieri della stazione che poi arresteranno la figlia. Il dramma si consuma nel giro di pochissimi istanti al culmine di una furibonda lite sorta per futili motivi. Le due donne si stavano recando a casa, in contrada Mazzotta, dopo aver chiuso il salone di bellezza della 55enne. Attività commerciale sita su via Marcello Salomone nella quale sovente la ragazza si prestava per fornire un concreto aiuto alla madre. Una frase infelice pronunciata da chissachi e in quell’abitacolo è scoppiato l’inferno. Un inferno di sangue con la 30enne che ad un certo punto ha estratto un coltello da sub lungo ben 22 centimetri con il quale ha sferrato più fendenti ferendo il genitore all’addome, al torace e al collo. Ferite alcune delle quali profonde e solo per un puro, fortuito, caso non hanno provocato il decesso. I sanitari e i militari dell’Arma al comando del maresciallo Paolo Fiorello sono piombati sul posto nel giro di pochissimi secondi in considerazione che il tentativo omicidiario si è verificato a circa 500 metri dall’ospedale cittadino e dalla Stazione della Benemerita. La vittima, trasportata al pronto soccorso del presidio di Vibo è stata presa in consegna dall’équipe guidata dal dirigente Vincenzo Natale che l’ha subito sottoposta ad una Tac nel corso della quale è emersa la presenza di lesioni agli organi interni, soprattutto a quelli dell’addome, tali da disporre immediatamente un intervento chirurgico durato alcune ore. I medici, per precauzione si sono riservati la prognosi. Contestualmente, gli uomini del maresciallo Fiorello e del capitano Diego Berlingieri, coordinati dal pubblico ministero Vittorio Gallucci, hanno proceduto a sentire la figlia per comprendere le ragioni dell’insano gesto. Da fonti investigative è emerso come la ragazza sia in cura presso uno psicologo a seguito di una delicata situazione di tipo psicologico. Ed è forse, questo – i militari dell’Arma stanno indagando proprio in tal senso – che potrebbe aver quanto meno favorito il ferimento della madre. Si parla anche di risentimenti che la giovane covasse nei confronti di alcuni familiari per alcuni episodi avvenuti in passato ma al momento gli stessi investigatori hanno escluso questa possibilità riservandosi, tuttavia, accertamenti sul caso. Paola Liotta, al termine delle formalità di rito, è tradotta presso la casa circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’autorità giudiziaria innanzi alla quale dovrà rispondere del reato di tentato omicidio e porto abusivo di arma. Un dramma familiare, dunque, che lascia l’amaro in bocca a tutti, ma soprattutto alla famiglia Liotta-Gullo.

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