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COSENZA – A febbraio 2016 Matteo Renzi annunciò alla stampa: «Il 22 dicembre inaugureremo la Salerno-Reggio Calabria», provocando le risate dei giornalisti. E la consegna è stata anticipata di un anno. «Guido io», aveva promesso l’allora premier a chi se la rideva. Il 5 dicembre si dimise dopo la batosta al referendum costituzionale e il 22 al suo posto il nastro fu tagliato dal fedelissimo Paolo Gentiloni, fresco di nomina a presidente del consiglio. Una cerimonia che sollevò una serie di polemiche. In effetti dopo decenni si era inaugurata un’autostrada incompleta. «Una farsa» per gli avversari politici del Partito democratico. Nessun mistero, per carità. Sia l’Anas che il Governo precisarono che sarebbero stati aperti di nuovo i cantieri. In tre tratti – tra Morano Calabro e Firmo, tra Cosenza e Altilia, e tra Pizzo Calabro e Sant’Onofrio – sono ben 58 i chilometri che necessitano di «rifacimento profondo della pavimentazione, risanamento viadotti, posa in opera di nuove barriere di sicurezza, nuovi impianti di illuminazione e tecnologici, nuova segnaletica», così come emerge dal progetto dell’Anas presentato a novembre dello scorso anno. Ma non finisce qui, ad onor del vero. Chi oggi da Cosenza si dirige a Reggio Calabria, per esempio, deve affrontare ben cinque cantieri aperti con tanto di carreggiate a doppio senso di circolazione, così come nella galleria “Jannello” tra gli svincoli di Laino Borgo e Mormanno, dove ieri mattina quattro persone hanno perso la vita (LEGGI). Inoltre deve fare i conti, come è avvenuto nella serata di sabato scorso, con due gallerie prive di illuminazione, nel tratto compreso tra Villa San Giovanni e Palmi in direzione nord. Cinquantacinque anni (meno un mese) dall’avvio dei lavori, ma addirittura 82 anni dal Piano regolatore che per primo ne ha previsto la realizzazione. Dopo un lungo calvario è stata definita a dicembre “Sicura, ammodernata e all’avanguardia”. Ma ne siamo proprio certi?  

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