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REGGIO CALABRIA – La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha chiesto il rinvio a giudizio di sette persone a conclusione dell’inchiesta sul crollo del palco in allestimento per il concerto di Laura Pausini che il 5 marzo 2012 provocò la morte di uno degli addetti, Matteo Armellini, trentunenne romano. Tra gli indagati, sei dei quali sono accusati di omicidio figurano organizzatori, progettisti del palco ed i responsabili della sicurezza per l’allestimento del palco. 

LE INDAGINI E GLI AVVISI DI GARANZIA

La Procura, in particolare, ha chiesto il rinvio a giudizio del responsabile della Esse Emme Musica che aveva organizzato il concerto, Maurizio Senese; del coordinatore della sicurezza per i lavori di costruzione della struttura Sandro Scalise; il progettista Franco Faggiotto; il responsabile della Italstage, società che aveva costruito il palco, Pasquale Aumenta; il rappresentante della F &amp P Group committente dei lavori di allestimento del palco alla Italstage Ferdinando Salzano; Marcello Cammera, all’epoca dirigente comunale responsabile del settore progettazione ed esecuzione dei Lavori Pubblici. Per loro l’accusa è omicidio colposo. 

L’IPOTESI DI UN CEDIMENTO

Il settimo indagato, Gianfranco Perri, era il coordinatore della progettazione nominato dalla Sm Musica, estensore del piano di sicurezza. L’incidente avvenne alle 3 di mattina. Tecnici ed operai erano impegnati nell’allestimento del palco, largo 30 metri, profondo 36 ed alto una ventina. Mentre i lavori andavano avanti la struttura venne giù di lato, con una violenza tale da danneggiare anche le gradinate in cemento precompresso del palazzetto dello sport. Nella caduta il palco trascinò con se alcuni operai che si trovavano in cima a sistemare le luci e ne investì altri, tra i quali Armellini. La madre del giovane deceduto si era rivolta al presidente Napolitano per chiedere chiarezza sull’accaduto (LEGGI). Per la morte di Armellini l’Inail aveva risarcito la famiglia con due mila euro (LEGGI) provocando anche una serie di reazioni.

 

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