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Due anziani vengono seguiti dalla macchina da presa mentre giocano alla settimana, vanno sull’altalena, si tengono per mano. Scene da un matrimonio longevo, in cui la tenerezza e il desiderio di tornare alla giocosità sorpassano la ritrosia. Una voce canta: “Sempe cchiù vicini amu ‘a restare/ menzura senza ‘i tia nun sacciu stare”. Sono tratte da “I vecchiareddi”, video del brano estratto dall’album “Walter sogna ma non dorme”, disco dedicato a Walter Guido. Fondatore dei LisaRusa, musicista di vitalità pari all’umanità, Walter se l’è portato via una malattia incurabile all’inizio dell’estate dell’anno scorso, giugno 2013. 

Originario di Guardavalle, Guido era anche un organizzatore instancabile, un entusiasta che sapeva unire contributi e risorse. Infatti non è stato dimenticato. E così, per tenere vivo il suo nome, un gruppo di artisti si è radunato. Ognuno di loro ha messo mano e musica a nove canzoni che Guido aveva cantato e registrato nel suo ultimo mese di vita, in una stanza nella quale fogli e microfoni si mescolavano con le medicine e le boccette. Hanno messo un vestito di suoni e armonie alle parole e alle melodie nude. Ne è nato un omaggio sentito e palpitante, al quale hanno partecipato, sotto la direzione artistica di Domenico Sisto, Eugenio Bennato & Mujura, Quartaumentata, Francesco Loccisano & Valentina Balistrieri, Mimmo Cavallaro, Parto delle nuvole pesanti (“I vecchiareddi” la suonano loro), Almafolk, Antonio Grosso & le Muse del Mediterraneo, Marvanza Reggae Sound. 

Dei brani sono stati realizzati dei video. Il tributo discografico, distribuito dall’etichetta CNI, è stato presentato, dal vivo e in video, alla quarta edizione del festival “Artisti del Mediterraneo” tenutosi una decina di giorni fa a Gasperina. Gli amici-musicisti di Walter Guido che hanno collaborato alla realizzazione del disco a lui dedicato hanno fatto a gara per ricordarlo con gioia e partecipazione, senza retorica, per una «serata che Walter meritava, meravigliosa, carica di commozione e felicità», ha commentato Domenico Sisto. Nel disco si rinnova la potenza miracolosa della musica: un artista che non c’è più sulla terra, strappato troppo presto al suo talento, torna a cantare il proprio testamento artistico a un anno dalla morte, grazie all’affetto dei suoi amici artisti. Come recita il booklet del cd “quello spartito pieno di pause, che aveva lasciato dopo il suo addio, ora è colmo di note”.

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