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VIBO VALENTIA – Le condanne sono definitive. Due su sei. Per la giustizia italiana la morte della 16enne di Polia, Eva Ruscio, avvenuta nel 2007, fu, quindi, dovuta ad un caso di malasanità che vede colpevoli solo il primario di Otorino Domenico Sorrentino e l’anestesista Francesco Costa. 

Per loro infatti, la quarta sezione penale della Suprema Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali contro la sentenza dei giudici dell’Appello di Catanzaro che avevano condannato tutti i medici per omicidio colposo. Annullamento senza rinvio, che di fatto equivale ad un’assoluzione, nei confronti degli altri quattro imputati: l’anestesista Francesco Miceli, l’otorino Gianluca Bava e i medici Francesco Morano e Giuseppe Suraci (tutti e quattro condannati a 10 mesi in Appello) LEGGI LA NOTIZIA SULLA SENTENZA DI APPELLO

Per Sorrentino è stata, dunque, confermato il verdetto ad un anno, mentre per Costa ad un anno e quattro mesi. Era il 5 dicembre del 2007 quando la giovane studentessa spirò nel corso di un intervento chirurgico resosi necessario dopo i problema sorti a causa della presenza di un marcato ascesso tonsillare. La terapia farmacologica non aveva dato effetti e le condizioni della ragazza, giunta all’ospedale il 3 dicembre, si erano col passare delle ore gradualmente aggravandosi. La mattina di quel giorno si era decisa l’operazione da effettuarsi in anestesia totale e non locale come, invece, sostenuto dalla pubblica accusa e soprattutto dai patroni di parte civile. Poi l’intervento del primario di Otorino che di fatto risultò errato decretando la fuoriuscita di liquido ematico che anticipò il decesso sopraggiunto per asfissia.

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