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REGGIO CALABRIA – I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito la scorsa notte dieci ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone nell’ambito di un’operazione contro le cosche di ‘ndrangheta di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro.

L’operazione, denominata “Eclissi 2”, rappresenta la prosecuzione dell’operazione “Eclissi” che nel novembre del 2013 (LEGGI L’ARTICOLO) fece luce sugli interessi criminali ed economici della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata “Locale di San Ferdinando” in cui operano le cosche dei Bellocco-Cimato e Pesce-Pantano. E tra le persone arrestate finirono anche il sindaco di San Ferdinando, Domenico Madafferi.

Le persone coinvolte nell’operazione “Eclissi 2” sono accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso; concorso in detenzione e porto in luogo pubblico di armi da
fuoco anche da guerra e clandestine; concorso in detenzione, vendita e cessione di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente e concorso in danneggiamenti aggravati dalle modalità mafiose.

Tra gli arrestati c’è anche un appuntato dei carabinieri, Pasquale Sannuto, di 35 anni, di Cosenza. Sannuto, posto agli arresti domiciliari, è accusato di favoreggiamento e violazione del segreto d’ufficio, reati aggravati dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa, l’appuntato, che era in servizio nella caserma di San Ferdinando, avrebbe rivelato notizie di ufficio, che dovevano rimanere segrete, è detto nel capo d’imputazione, aiutando in tal modo gli appartenenti alla cosca Bellocco-Cimato ad eludere le investigazioni a loro carico. In particolare, secondo la Dda, Sannuto, essendo a conoscenza dell’esistenza di un’attività d’indagine volta ad appurare l’esistenza e l’operatività sul territorio di San Ferdinando della cosca Bellocco-Cimato avviata dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, rivelava il dato ai capi del gruppo criminale, Ferdinando Cimato, Gegorio Malvaso e Giuseppe Gioffrè, al fine di agevolare l’organizzazione criminale aiutandoli in tal modo a sottrarsi alle indagini. Sannuto, sin da quando è emerso il suo coinvolgimento nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria, era stato trasferito in altra sede.

Le attività investigative dei carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno consentito di confermare la pressante ingerenza delle logiche mafiose anche nel Comune di San Ferdinando. Nel centro della Piana di Gioia Tauro, proprio in relazione alle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta nella gestione del Comune, vennero arrestati il sindaco, Domenico Madafferi, e il vice sindaco, Santo Cieli.

VIDEO: IL CONSIGLIERE ARRESTATO E LA CAMPAGNA ELETTORALE PER I 5 STELLE

Con l’operazione “Eclissi 2”, eseguita la scorsa notte, tra l’altro, è stata ripristinata la custodia cautelare in carcere nei confronti di un ex consigliere comunale, Giovanni Pantano, coinvolto nell’inchiesta “Eclissi 1” e nel frattempo scarcerato, accusato di associazione mafiosa. Il suo primo arresto aveva scatenato polemiche nel Movimento 5 Stelle, a cui lo stesso consigliere diceva di essere iscritto.

L’operazione ha permesso di ricostruire anche un cospicuo traffico di marijuana sull’asse Calabria-Puglia nelle indagini dei carabinieri di Reggio Calabria e di Gioia Tauro.

Il traffico di droga era gestito in accordo con le cosche di San Luca insieme alle quali era stato organizzato un carico di ben 160 chili di marijuana. Nel corso delle indagini è risultata palese l’ingerenza delle cosche nelle più disparate e finanche minute attività economiche commerciali ed imprenditoriali.

Confermata anche la pressante ingerenza delle logiche mafiose all’interno del Comune di San Ferdinando dove, ad ottobre scorso, erano stati arrestati il sindaco, Domenico Madafferi, e il vice sindaco, Santo Cieli. Nell’ambito delle indagini i carabinieri hanno anche arrestato Giuseppe Pantano, ritenuto dagli investigatori il capo
della cosca «Pesce-Pantano», il quale si nascondeva in un condominio popolare di Palmi.

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