X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

COSENZA – Parte l’armata calabrese contro l’Anas, per chiedere i danni a causa del crollo del viadotto Italia, e il conseguente isolamento della Calabria nel cuore della stagione estiva. Così come riportano diversi servizi pubblicati sull’edizione cartacea di oggi del Quotidiano, a firma di Giulia Veltri e Laura Cimino, ad assumere l’iniziativa giudiziaria nei confronti della società addetta alla gestione della rete autostradale in Italia ci ha pensato il presidente di Federalberghi Calabria, Vittorio Caminiti. Tutto questo dopo il primo vero esodo estivo vissuto come un dramma (LEGGI IL SERVIZIO).

Un passo già ampiamente annunciato nelle scorse settimane, quando in tutta la sua drammaticità il blocco della circolazione in ingresso nella regione ha iniziato a dispiegare i suoi effetti sull’economia turistica calabrese, con un calo delle prenotazioni stimato dall’associazione di categoria in almeno il 30%. Un danno enorme – ha spiegato il presidente Caminiti – per una terra che vive di turismo soprattutto nel periodo estivo.

GUARDA IL VIDEO DEL PERCORSO ALTERNATIVO

Da alcuni giorni, Caminiti sta inviando un modulo di adesione all’azione giudiziaria nei confronti dell’Anas a tutti gli operatori calabresi. Un’iniziativa (affidata allo studio legale D’Ottavio di Reggio Calabria) che coinvolge non solo gli albergatori ma tutti coloro che in qualche modo stanno pagando dazio alla chiusura dell’autostrada, avvenuta ormai quattro mesi fa.

L’AVVIO DEI LAVORI DOPO IL LUNGO BLOCCO

«Il danno subito quest’anno dagli operatori turistici – ha spiegato ancora Caminiti – stando ai nostri calcoli si aggira fra i 350 e i 450 mila euro e dentro questa cifra ci sta tutto. Per il calo delle presenze, dalle proiezioni delle prenotazioni in nostro possesso al momento, riteniamo di perdere almeno 1/2 milioni di pernottamenti, a cui aggiungere il mancato acquisto carburante sul territorio calabrese, di generi alimentari e diversi, medicine, souvenir, spese per lo sport e lo svago».

A pagarne le spese sono anche i dipendenti delle aree di servizio di Tarsia Est, e più su, nel salernitano, di Sala Consilina. Licenziati. Trenta lavoratori, addetti al rifornimento di carburante o impiegati nei piccoli negozi a questi collegati. Lo stato di crisi, in realtà, esisteva già. Ma a infierire il colpo mortale, è stato tutto quanto è seguito al crollo del viadotto Italia, e al crollo vertiginoso di presenze turistiche in Calabria con i disagi fortissimi ulteriori che ne derivano a chiunque debba percorrere il tratto di strada.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE