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ROMA – Gli agenti della squadra mobile di Roma hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni, richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia ed emesso dal Tribunale del Riesame di Roma, nei confronti della ‘ndrina Scriva-Mollica-Morabito di Africo (Reggio Calabria) con ramificazioni nella Capitale e nei territori di Rignano Flaminio e Morlupo.

Sono stati sequestrati beni mobili e immobili per circa 12 milioni di euro. Il sequestro è stato eseguito nei confronti di cinque indagati, ritenuti responsabili dei reati di intestazione fittizia dei beni con l’aggravante di aver commesso il reato per favorire la ‘ndrangheta.

In particolare, sono state sottoposte a sequestro preventivo le quote sociali di una società che si occupa della vendita di piante; le quote sociali di una società che si occupa della gestione e conduzione di ristoranti, trattorie, pizzerie tavole calde e bar; un’impresa individuale per il commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico; 5 immobili ad uso abitativo in località Tonica della Facchinaccia a Rignano Flaminio, a Morlupo (Roma), in via Ugo Balzani a Roma e in via Carbonia ad Alghero (Sassari); sei terreni a Riano e a Morlupo e 14 tra conti correnti, libretti postali e cassette di sicurezza contenenti un ingente quantitativo di valori preziosi e orologi di pregio, in corso di quantificazione.

L’operazione è il seguito dell’indagine “Fiore Calabro” che aveva documentato le attività criminali della ‘ndrina protagonista della sanguinosa “Faida di Motticella” combattuta negli anni 80 tra i comuni di Bruzzano Zeffirio ed Africo ed insediatosi, a partire dagli inizi degli anni ’90, nel triangolo compreso tra i comuni di Rignano Flaminio, Morlupo e Castelnuovo di Porto, a nord di Roma.

Secondo quanto emerso dalle indagini, nel corso degli anni, gli esponenti di spicco della ‘ndrina, nonostante fossero già colpiti da precedenti provvedimenti di sequestro di beni, erano riusciti a penetrare nel tessuto connettivo economico della provincia di Roma, acquisendo, tramite prestanome, bar, forni, supermercati, imprese edili, società che gestiscono la distribuzione di fiori, aziende di compro oro, solarium, imprese di allevamento e vendita di carni, nonché imprese boschive. In alcuni casi l’inserimento capillare nel tessuto economico della zona ha consentito loro di raggiungere forme di monopolio incontrastato in diversi settori, come il commercio dei fiori. Queste attività, riferisce la polizia, “sono state acquisite, molto spesso, da imprenditori in difficoltà economiche che, nella maggior parte dei casi, loro stessi avevano ridotto in uno stato debitorio irrecuperabile, mediante intestazioni fittizie di quote societarie a persone di famiglia o ad altri personaggi estranei al gruppo familiare”.

Nel corso delle indagini sono emersi anche casi di estorsione, usura e riciclaggio commessi nei confronti di numerosi imprenditori e commercianti che svolgono la loro attività sul territorio. Sono stati restituiti alla “libera concorrenza” alcuni settori commerciali, della rivendita di fiori e della fornitura delle carni, che erano gestiti in modo pressoché esclusivo dal gruppo criminale soggiogando i tanti commercianti onesti che acquistano dagli Scriva o da Morabito prodotti, pur in presenza di condizioni più vantaggiose fornite da concorrenti.

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