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SERSALE (CZ) – I carabinieri della Stazione di Sersale hanno tratto in arresto Carmine Scarpino, 45 anni, residente nella cittadina presilana, e condannato per due omicidi avvenuti, rispettivamente, nel 1997 e nel 2008. Scarpino, collaboratore di giustizia, si è autoaccusato dei due delitti ed è stato condannato ad una pena, ora definitiva, a 21 anni e quattro mesi di carcere.
I militari dell’Arma hanno così notificato il provvedimento di esecuzione della pena, emesso dalla Procura generale della Repubblica di Catanzaro, ed hanno portato l’uomo nel carcere di Catanzaro.

L’uomo, in particolare, è stato condannato per gli omicidi di Domenico Colosimo, ucciso a Zagarise il 23 giugno 1997, e Giuseppe Angotti, ammazzato a Cotronei il 13 agosto 1998.

Scarpino ha svelato i retroscena dei due omicidi dopo avere deciso di collaborare con gli inquirenti, portando, in primo grado, ad una condanna di 28 anni, poi ridotta in appello a 21 anni e 4 mesi. Una collaborazione che ha permesso di portare a termine l’operazione “Restauro” contro le cosche del Crotonese.

IL PROCESSO AL KILLER E LA RIDUZIONE DI PENA

Nell’ambito delle sue dichiarazioni, Scarpino ha ripercorso l’omicidio di Colosimo, scomparso da Zagarise e ucciso, con molta probabilità, il 23 giugno 1997, anche se il suo corpo non è mai stato ritrovato. Per questo il collaboratore è stato anche accusato dell’occultamento del cadavere. La vittima, secondo il collaboratore, sarebbe stato sotterrato in una buca che lo stesso omicida ha raccontato di avere scavato.

Per quanto riguarda il delitto di Angotti, piccolo allevatore di bestiame, è avvenuto il 13 agosto del 2008 nella frazione turistica di Trepidò, a Cotronei (Crotone), a colpi di fucile e pistola, da un commando a bordo di una Fiat Uno bianca.

Rispetto ad entrambi gli omicidi l’uomo ha tirato in ballo altre persone, ma le accuse nei loro confronti non sono state sufficienti a portarli in aula, tant’è che l’unico condannato è stato proprio Scarpino.

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