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REGGIO CALABRIA – «In Calabria sono a rischio sopravvivenza i centri antiviolenza per le donne e le case rifugio». Lo afferma il coordinatore regionale dell’Osservatorio contro la violenza di genere, Mario Nasone, che oggi, insieme al vice coordinatore Giovanna Cusumano e la delegata alla formazione, Laura Amodeo, ha presentato, nel corso di una conferenza stampa, le attività dell’organismo. Secondo i dati resi noti, la nostra regione continua a rimanere tra i primi posti nella classifica “nera” dei femminicidi commessi in Italia, e grazie all’intesa con le Procure generali della Repubblica di Reggio e Catanzaro, delle Questure, Università della Calabria, Istat, Unione donne italiane e con la Rete dei centri antiviolenza, nel prossimo mese di ottobre sarà presentato il primo rapporto organico sulla violenza di genere in Calabria.

«In Calabria, in linea comunque con la tendenza nazionale – ha detto Mario Nasone – otto donne su dieci che subiscono violenza continuano a non denunciare, anche se è avvertibile una tendenza in crescita di quante che si rivolgono ai centri di violenza per avere assistenza». « «La gravità del fenomeno – ha aggiunto Laura Amodeo – richiede investimenti e risorse adeguate. In particolare appare poco sostenuta la rete dei centri anti violenza e delle case rifugio in Calabria senza le quali le donne non avrebbero riferimenti e protezione».

«Per questi motivi – ha sottolineato Giovanna Cusumano – l’Osservatorio ha chiesto alla terza Commissione consiliare regionale di approvare il progetto di legge 285/2017. In particolare, è stato proposto il rafforzamento della rete dei centri anti violenza attivandoli in tutti gli ambiti territoriali inter-comunali e garantendo loro accreditamento e finanziamenti stabili e l’aumento della case rifugio, in atto solo due autorizzate».

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