X
<
>

Share
6 minuti per la lettura

BERGAMO – Blitz dei carabinieri del Ros e del comando provincia di Bergamo contro le ramificazioni della ‘ndrangheta in Lombardia.

Nell’ambito dell’operazione, denominata Papa, sono state eseguite 19 ordinanze cautelari emesse nei confronti di altrettanti appartenenti a un’organizzazione ‘ndranghetistica operante in Lombardia con diretti collegamenti in Calabria (SCOPRI I NOMI).

Gli arresti sono avvenuti in diverse località delle regioni Lombardia e Calabria. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, hanno accertato come gli indagati fossero dediti alle estorsioni e al recupero crediti, nonché alla commissione di danneggiamenti a mezzo incendio e al riciclaggio.

L’indagine è stata avviata dal Ros nel marzo 2016 traendo spunto da una precedente indagine del dicembre 2015 scaturita a seguito di un incendio doloso avvenuto presso una società di autotrasporti, riconducibile ad un imprenditore bergamasco, che interessava numerosi automezzi pesanti.

Dai primi approfondimenti investigativi è emersa una forte attività concorrenziale tra la vittima ed una seconda società di autotrasporti gestita, di fatto, da un pregiudicato calabrese. Nello sviluppo delle indagini è emerso «il coinvolgimento di alcuni soggetti di origine calabrese, giunti a Bergamo col fine di favorire uno dei due nell’aggiudicazione dell’appalto privato. I calabresi, successivamente identificati in Carmelo Caminiti e Antonio Pizzi, risultavano – spiegano i carabinieri – entrambi intranei alla consorteria mafiosa dei De Stefano. In particolare il primo, gravato da numerosi precedenti penali anche di carattere associativo, è genero di Michele Franco e cognato di Carmelo Consolato Murina, mentre il secondo – spiegano ancora i militari – benché immune da precedenti di polizia, annovera a suo carico varie frequentazioni con persone pregiudicate e dall’attività tecnica condotta è risultato muoversi unitamente a Carmelo Caminiti con funzioni di gregario».

Secono i militari Caminiti svolgeva «la funzione di “recupero crediti” per conto di un’altra società bergamasca operante nel settore dell’ortofrutta in particolar modo gestendo i rapporti con i due fratelli titolari (Alessandro e Carlo Santini). In tale contesto intratteneva numerosi rapporti con imprenditori commercialmente legati ai Santini, volti a far rientrare i crediti vantati da questi ultimi attraverso l’applicazione di metodologie tipicamente ’ndranghetiste tali da configurare anche i reati di estorsione commessa in un vero e proprio contesto di associazione a delinquere di tipo mafioso».

I carabinieri hanno quindi accertato come Caminiti «fosse referente qualificato di un’organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetista dedita alle attività di recupero crediti e di estorsione. La costanza nel monitoraggio dello stesso ha fatto inoltre emergere un modus operandi ormai particolarmente rodato che vedeva imprenditori lombardi operanti nel settore del commercio ortofrutticolo ricercare volontariamente le prestazioni d’opera dei predetti associati al fine di rientrare da posizioni creditorie verso terzi, nella piena consapevolezza che l’atteggiamento dei recuperatori si andava inserendo in una condotta tipicamente mafiosa e violenta».

Questi i ruoli svolti da alcune delle persone arrestate:

  • MALARA Paolo: promotore, organizzatore e capo dell’associazione, si occupava di compiere le estorsioni mediante la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza alla ‘ndrangheta, acquisendo profitti che venivano riversati a favore dell’associazione, anche mediante la ricarica delle carte Postepay intestate agli associati; anche nel corso della sua detenzione – iniziata nel dicembre 2014 a seguito di ordinanza di custodia cautelare – egli mantiene i contatti con gli associati tramite il fratello MALARA Sergio e contribuisce alla prosecuzione del programma criminoso, ricevendone parte dei profitti;
  • CAMINITI Carmelo cl. 61: promotore, organizzatore e capo dell’associazione, si occupava di compiere le estorsioni mediante la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza alla ‘ndrangheta, acquisendo profitti che venivano riversati a favore dell’associazione, anche mediante la ricarica delle carte Postepay intestate agli associati, nonché di dirigere i partecipi nella esecuzione dei compiti loro affidati;
  • BATTAGLIA Demetrio Andrea: partecipe, si occupava di dare ausilio a MALARA e CAMINITI nella esecuzione delle estorsioni, recandosi dalle vittime, sollecitando e/o facendosi consegnare dalle stesse delle somme di denaro, ricevendo dagli altri partecipi o riversando loro somme di denaro mediante ricarica delle rispettive carte Postepay; si occupava altresì di fare da autista a CAMINITI Carmelo cl. 61, di tenere sempre informato il predetto sull’andamento degli affari illeciti, compiuti anche in unione con altri partecipi (quale CAMINITI Carmelo cl. 86), e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo, di cui risulta a diposizione;
  • SCICCHITANI Maurizio: partecipe, si occupava di dare ausilio a MALARA e CAMINITI nella esecuzione delle estorsioni, recandosi dai mandanti e dalle vittime, sollecitando e/o facendosi consegnare dalle stesse delle somme di denaro, ricevendo dagli altri partecipi o riversando loro somme di denaro mediante ricarica delle rispettive carte Postepay; si occupava altresì di fare da autista a CAMINITI Carmelo cl. 61 e di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • PIZZIMENTI Antonio Francesco: partecipe, si occupava di dare ausilio a CAMINITI nell’esecuzione delle estorsioni, recandosi su sua indicazione presso le vittime a riscuotere somme di denaro per conto del sodalizio ovvero a sollecitarne la dazione e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • PIZZI Antonio: partecipe con il compito di fare da autista di CAMINITI Carmelo cl. 61, che accompagnava in auto in tutti i suoi spostamenti al centro-nord Italia finalizzati a commettere le estorsioni, e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • CAMINITI Carmelo cl. 86 (nipote di Carmelo cl. 61): partecipe, si occupava di accompagnare lo zio nei suoi viaggi al centro-nord Italia finalizzati alla commissione delle estorsioni, di riscuotere dalle vittime delle estorsioni i proventi illeciti, di ricevere sulla sua carta Postepay i proventi delle estorsioni compiute dagli altri appartenenti all’associazione, di tenere aggiornato lo zio sull’andamento degli affari illeciti compiuti anche dagli altri partecipi e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • CAMINITI Michele Fabio (figlio di Carmelo cl. 61): partecipe, si occupava di accompagnare il padre nei suoi viaggi al centro-nord Italia finalizzati alla commissione delle estorsioni, di ricevere sulla sua carta Postepay i proventi delle estorsioni, o mediante ricariche effettuate direttamente dalle vittime o mediante versamenti eseguiti dai correi, di tenere informato il padre sull’andamento dell’attività illecita e comunque di svolgere ogni compito affidatogli nell’interesse del gruppo;
  • FRANCO Anna Maria (moglie di CAMINITI Carmelo cl. 61): partecipe, si occupava di dare ausilio al marito nella commissione delle estorsioni, riepilogando i conteggi relativi alla contabilità illecita, facendogli pervenire tale contabilità per consentirgli di portare a termine le attività illecite al nord Italia e ; ricevendo altresì sulla sua carta Postepay i proventi delle estorsioni compiute dagli altri appartenenti all’associazione. 
  • PIZZI quale autista di CAMINITI Carmelo cl. 61;
  • MALARA Palo (dal dicembre 2014), CAMINITI Michele Fabio e FRANCO Anna Maria quali agevolatori dell’attività illecita e ricettori di alcune rimesse estorsive;
  • MALARA Sergio quale agevolatore dell’attività illecita mediante i contatti carcerari con il fratello Paolo detenuto;
  •  accertare il riciclaggio aggravato dal metodo mafioso da parte di CAMINITI Carmelo cl. 86, CAMINITI Michele Fabio, FRANCO Anna Maria i quali ricevevano sulle proprie carte Postepay somme di denaro provento dei delitti di estorsione;  comprovare l’intestazione fittizia di beni aziendali da parte di SARICA Felice al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale.
  • In data 11.02.2019 il G.I.P. del Tribunale di Brescia ha emesso una ordinanza di custodia cautelare nei confronti 19 persone a vario titolo implicate nelle fattispecie sopra descritte che, nella notte del 11.03.2019, sono state arrestate.
Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE