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DI LAVORO si continua a morire. In Italia, in Calabria. Il 2022 segna in particolare per la Calabria un aumento delle vittime: fino ad agosto i casi denunciati erano 21, una media di più di due al giorno. Un numero superiore già al totale degli infortuni mortali registrati in regione nel 2021, che si fermò a 17. Il raffronto con lo stesso periodo dello scorso anno – le morti bianche in Calabria nei primi otto mesi erano state 12 – vede un incremento del 75 per cento. Numeri che emergono dall’ultima elaborazione Anmil (su dati Inail) diffusa ieri in occasione della 72esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro.

Il maggior numero degli infortuni mortali si è registrato in provincia di Cosenza. Le vittime sono soprattutto uomini, l’età media è di 43 anni. L’aumento degli infortuni mortali denunciati in Calabria è in controtendenza rispetto al dato nazionale, che ha registrato una (seppur lieve) flessione: in tutta Italia finora sono stati finora 677, lo scorso anno se n’erano registrati 772.

Cresce sensibilmente anche il numero di denunce totali. Al 31 agosto in Calabria erano state 6.960, con un incremento del 41 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (4.930). Dato poco superiore alla media nazionale, che segna una variazione tra 2022 e 2021 del 38,7 per cento. In aumento in regione anche il numero di malattie professionali denunciate: si passa da 1.325 a 1.407 (una variazione del 6 per cento circa, rispetto a una media nazionale che sfiora l’8). «Nonostante la grave recrudescenza del fenomeno infortunistico che grava sul Paese, ad oggi la sicurezza nei luoghi di lavoro non riceve la giusta considerazione, mentre dovrebbe invece rappresentare una priorità – ha commentato il presidente nazionale Anmil (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) Zoello Forni – e questa manifestazione è l’occasione per sensibilizzare sul tema le forze politiche appena elette a governare il Paese, stimolando riflessioni e assunzioni di un impegno per il futuro, al fine di attuare un programma di interventi che tenga conto di proposte concrete come le nostre per arginare morti e infortuni sul lavoro e malattie professionali».

«I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici. Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona» è stato invece il messaggio per la Giornata del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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