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Il commissario Guido Longo

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COSENZA – La questione dei bilanci delle Asp di Reggio Calabria e Cosenza è ancora una delle più importanti da risolvere. Eppure la Calabria negli anni non è riuscita neanche ad assumere il personale amministrativo necessario per mettere mano in questo disastro economico.

È uno dei tanti passaggi contenuti nel verbale dell’ultimo tavolo di verifica. Da una parte Reggio Calabria che dal 2013 non presenta un bilancio, dall’altra Cosenza che dal 2018 in poi è letteralmente scomparsa dai radar. E ancora oggi non si sa a quanto ammontano i debiti pregressi. Su quale base quindi chiedere una gestione stralcio? Nel frattempo c’è da sottolineare anche una gestione commissariale non proprio efficiente.

MAI ASSUNTI GLI AMMINISTRATIVI PER ANALIZZARE IL DEBITO

Il problema della mancanza di personale necessaria per questa ricognizione secondo Mef e Salute rappresenta un problema «pluriennale». «Tavolo e Comitato – si legge in un passaggio dedicato ai bilanci Asp mai presentati – restano in attesa delle iniziative della struttura commissariale volte a superare le criticità presenti, anche in relazione alla struttura amministrativa delle aziende, ai fini dell’adozione dei bilanci consolidati regionali e dell’approvazione di detti bilanci da parte della struttura commissariale. Si richiamano i ritardi pluriennali nelle procedure di assunzione di personale amministrativo per il potenziamento degli organici aziendali». Insomma, il via libera come quello sue assunzioni c’è, il problema è che è rimasto tutto lettera morta.

QUEI 60 MILIONI CONGELATI PERCHÉ NON IL PROGRAMMA OPERATIVO

I tecnici ministeriali fanno notare che a disposizione ci sono anche sessanta milioni di euro di aiuti per il sistema sanitario regionale strettamente legati all’adozione del Programma operativo 2022-2023. Programma che a luglio non era stato neanche sottoposto a verifica. Oggi, tre mesi dopo e a pochi mesi dalla fine del 2021, non è stato ancora presentato. Quei soldi restano quindi accantonati.

CONTENZIOSI SCONOSCIUTI

C’è poi il problema che non tutte le aziende sanitarie calabresi hanno presentato un piano dettagliato sul contenzioso. L’Asp di Cosenza per esempio ci sta provando solo adesso a capire che cosa si nasconde sotto il tappeto. Impossibile anche valutare quanto accantonare «In ragione di quanto rappresentato – si legge nel verbale – sono ancora in corso, da parte della struttura commissariale, le verifiche del contenzioso in essere presso le aziende».

GESTIONE STRALCIO PER PROBLEMI CHE SI RIPRESENTERANNO

La posizione del tavolo interministeriale è chiara. «Al momento non è stata quantificata l’entità del debito pregresso, che è peraltro, come ricordato, un’attività in capo al Commissario. Pertanto ogni intervento che la struttura commissariale  vorrà proporre dovrà di conseguenza essere valutato attentamente con riferimento ad una definitiva  soluzione del problema che non può che passare attraverso il concreto rafforzamento della capacità amministrativa delle aziende sanitarie calabresi di adempiere alle proprie mansioni e di presidiare  l’imponente contenzioso evitando che la situazione si ripresenti nel giro di poco tempo uguale a  quella che si vorrebbe stralciare attraverso l’ipotesi di una gestione liquidatoria.

MANAGER CON OBIETTIVI A META’ – Nel mezzo c’è anche la mancata valutazione dei manager in capo alle aziende calabresi. Il tavolo bacchetta Longo ricordando un aspetto: nella definizione degli obiettivi per i commissari non c’è uno degli aspetti più importanti. Quello relativo al superamento dei grandissimi ritardi sulle liste d’attesa, «obiettivo prioritario della valutazione dei direttori generali».

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