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Il commissario Sorical, Cataldo Calabretta

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Quella che si sta chiudendo è una settimana di fuoco per la Sorical, la più importante società regionale che gestisce il servizio idrico. Chiamata in causa da molti sindaci, viene ritenuta la responsabile della carenza d’acqua in molti centri della Calabria. Abbiamo intervistato il commissario della società, Cataldo Calabretta, per capire lo stato delle cose della grande sete calabrese.

Avvocato Calabretta, ci aspettavamo rinnovamenti dalla Sorical è invece siete sul banco degli imputati come responsabili delle crisi idrica di questi giorni. Siamo alle solite?

«È un luogo comune in Calabria trovare un capro espiatorio per problemi che si trascinano da decenni a cui non si è riuscito a dare risposte. A parità di acqua erogata, non è possibile che da una settimana all’altra, appena fa più caldo del solito, ci arrivano richieste di maggiori quantitativi di acqua e i serbatoi rimangono lo stesso vuoti».

Sorical a questo serve. A soddisfare la richiesta idrica.

«Tutti sanno che in questo periodo l’acqua potabile viene utilizzata per altri scopi, mi riferisco alle decine di migliaia di piscine di alberghi e case private che vengono riempite per la stagione estiva; gli orti, la cui stagione inizia a maggio giugno e si protrae fino a settembre; i giardini che hanno bisogno di essere maggiormente annaffiati per la calura estiva. In poche settimane le nostre infrastrutture vengono stressate, in pochi giorni si concentra una richiesta di maggiore acqua anche del 50%. Non sempre questa richiesta riusciamo a soddisfarla».

Potevate attrezzarvi. Faccia capire ai nostri lettori quali sono le cause.

«Problemi tecnici, e poi non c’è tutta questa quantità di acqua potabile. Non manca l’acqua potabile, ma l’acqua per usi agricoli e non potabili. Noi forniamo acqua per usi civici, per bere, lavarsi e cucinare. Contrariamente ad altre regioni, i comuni calabresi non hanno costruito le reti duali, come previsto dalla legge Galli, per fornire acqua potabile e non potabile. Ora non compete a Sorical sorvegliare che i cittadini facciano un buon uso dell’acqua potabile. Poi c’è anche un problema ambientale».

Pensavo fosse verde leghista non ambientalista.

«Lasci perdere i colori politici. La tutela delle risorse idriche non è solo un dovere di legge, ma anche morale. Lo sfruttamento eccessivo delle falde, con i cambiamenti climatici in atto, può portare al deterioramento dell’acqua prelevata, come è accaduto negli anni scorsi a Reggio Calabria, e occorrerà costruire impianti per renderla adatta al consuma umano».

Sostanzialmente avete condotte incapaci di distribuire maggiori volumi di acqua?

«Le spiego. Quando c’è disponibilità di acqua, e non sempre è così, riusciamo a portarne una quantità maggiore ai serbatoi, spesso il prezzo che paghiamo è altissimo, sia ambientale sia infrastrutturali».

Mi faccia capire meglio. Con parole semplici.

«Le condutture vengono messe sotto pressione e, come è accaduto nelle ultime settimane, nei punti critici collassano. I sistemi elettrici si surriscaldano e vanno in tilt, le elettropompe si bruciano, le condotte si rompono. Sorical ogni anno spende decine di milioni di euro per mantenere in efficienza oltre 400 impianti di sollevamento, i pozzi e 5 mila chilometri di condotte in gran parte con oltre 40 anni di vita».

Quindi non c’è una mancanza di acqua potabile?

«In Calabria manca l’acqua industriale, non ci sono le infrastrutture e si fa un eccessivo uso improprio dell’acqua potabile. Mediamente forniamo ai serbatoi il doppio e in alcuni casi il triplo dell’acqua potabile di cui i cittadini hanno bisogno».

Ma i disagi non mancano. Ne conviene?

Lo so. Ci sono cittadini senza acqua per alcune ore delle giornata e nel periodo estivo e ciò non dipende da Sorical, ma da chi gestisce le reti comunali. Ci sono Comuni che hanno serbatoi che sfiorano e altri che sono quasi vuoti, segno che la rete idrica è fatta male. A Lamezia Terme l’acquedotto Sambuco è da rifare perché si rompe ogni qualvolta si registrano sbalzi di pressione in rete».

Ci prospetti qualche rimedio.

«Occorre un investimento di 3 milioni di euro per rifare circa 5 chilometri di condotte. La Multiservizi non ha pagato negli ultimi anni forniture per 13 milioni di euro, soldi che Sorical ha perso. Abbiamo chiesto alla Regione di trovare fondi pubblici, altrimenti possiamo solo fare riparazioni».

Le criticità non mancano solo a Lamezia. Avrà un piano per tappare le falle più evidenti?

«Con la Regione stiamo cercando di aggredire quelli più impellenti. A Scalea stiamo provvedendo, di concerto con l’assessorato all’Ambiente, al potenziamento della rete di adduzione. Nel Crotonese stiamo per mettere in esercizio un nuovo acquedotto che parte da Belvedere Spinello e porterà l’acqua a tutta l’area compresa tra i comuni di Strongoli e Torre Melissa. A beneficiarne sarà anche Cirò Marina che avrà una maggiore dotazione idrica. Aspettiamo gli investimenti per l’utilizzo della Diga del Metramo, Sorical ha già pronto un piano di cui beneficerà il Vibonese e tutta la Piana di Gioia Tauro. Alcuni di questi investimenti non dipendono solo da Sorical, ma siamo pronti a fare la nostra parte».

I cittadini però si aspettano risposte, il quadro generale non è dei migliori. Lei dice vedremo, faremo. Sia più pragmatico.

«Ci vogliono investimenti importanti e un unico gestore che abbia responsabilità della gestione operativa dalle fonti di approvvigionamento fino al contatore di ogni singolo cittadino. I cittadini devono pagare e pretendere un servizio efficiente. Oggi oltre il 50% degli utenti calabresi non paga il servizio idrico, la Calabria ha anche questo primato negativo».

Capisco ma non sarà solo questa moltitudine di morosi il problema. Commissario, un piano d’azione lo tiene?

«Ora bisogna svoltare e fare quello che altre regioni hanno fatto da decenni e che in Calabria non si è voluto fare per mera clientela politica. L’Europa e lo Stato ci impongono di fare in pochi mesi quello che Regione e Comuni avrebbero dovuto fare in passato. L’Italia da anni paga sanzioni per la depurazione calabrese e non vorremmo che per colpa nostra la Commissione Europea blocchi gli investimenti sull’idrico».

La Regione si è impegnata a trasformare la Sorical da gestore dall’ingrosso a gestore del servizio idrico integrato. Ne siete capaci?

«Noi siamo pronti, mi chiedo se i sindaci lo siano perché la sfida è titanica, da far tremare i polsi, ma è l’unica strada per poter dare alla Calabria un servizio efficiente e cogliere l’opportunità, irripetibile, di avere le risorse europee per gli investimenti».

Non difetta di ottimismo…

«Io conosco il valore dei tecnici della Sorical e siamo pronti a mettersi in gioco, spero che tutti i sindaci calabresi, con le loro gestioni in economia di reti idriche e depuratori, lo siano. E poi le dico un’altra cosa».

Dica pure.

«Intorno al servizio idrico integrato ruotano interessi non solo economici, occorre fare molto attenzione. Nel momento in cui si parte è necessario un patto istituzionale con tutte le articolazioni dello Stato affinché il gestore sia messo nelle condizioni di operare nella legalità e con la massima trasparenza. Da soli non si va da nessuna parte».

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