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Silvio Brusaferro e Gianni Rezza

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«La Calabria ha un’incidenza di casi inferiore ma un Rt molto alto», e per questo è classificata in rischio alto. Così il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha descritto il caso della Calabria durante la conferenza stampa al Ministero della Salute sull’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia e sugli indicatori che hanno portato all’ordinanza del 4 novembre.

Rezza ha approfondito i parametri che hanno portato all’inclusione della regione nelle zone rosse. «L’indice Rt in Calabria è piuttosto elevato (1,84) con un intervallo di incidenza inferiore di 1,56. Questo vuol dire che è certamente oltre 1,5 e ci porta a pensare che c’è un rapido aumento della trasmissione in atto, che potrebbe diventare critica nel prossimo futuro. L’indice Rt stima la tendenza, è un indicatore molto precoce capace di anticipare l’aumento di incidenza dei casi».

Ma a pesare sulla classificazione della Calabria sono anche, e soprattutto, le condizioni delle strutture sanitarie. «La Calabria regala menti illustri al mondo della scienza e della medicina – ha sottolineato Rezza – ma certamente ha una certa importanza il deficit nelle strutture sanitarie, che bisognerà rafforzare. La percentuale di probabilità di occupazione di terapie intensive e aree mediche è superiore al 50%. Il dato di resilienza del sistema, unitamente all’indice Rt, spiega l’inserimento in zona rossa. Esistono poi un paio di “alert”: la numerosità del personale e l’autovalutazione».

«La situazione ora non è critica – ha precisato – ma è rilevabile un trend che mostra segnali di preoccupazione e criticità di carico sulle strutture ospedaliere piuttosto elevato. Ma senza una massa elevata di casi, la “descalation” può essere rapida. Mi auguro che nel giro di un paio di settimane la Calabria possa rientrare».

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