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Sia pure a fatica ma finalmente la campagna di vaccinazione anti-covid parte anche in Calabria. Fin quando si è trattato di vaccinare gli operatori sanitari, infatti, la questione si presentava abbastanza semplice. Il problema è estendere la vaccinazione a tutta la popolazione calabrese.

Soltanto ieri la Regione Calabria ha trovato finalmente l’accordo con i medici di famiglia per vaccinare tutti gli over ottanta che in Calabria sono circa 130mila persone. Il condizionale è d’obbligo perchè c’è una discrasia fra i dati dell’Istat e le quelli derivanti dalle tessere sanitarie.

Un numero quindi limitato che potrebbe essere agevole affrontare. I medici di famiglia hanno chiesto come “gettone” la tariffa di 6,90 euro se il vaccino verrà inoculato nei loro studi e di 18,90 in caso di somministrazione a domicilio. Le vaccinazioni dovrebbero partire già da domani. Il problema è capire bene dove verranno effettuate perchè c’è il nodo della conservazione del siero. Secondo l’accordo i vaccini dovrebbero essere somministrati in appositi centri che verranno individuati nei vari distretti sanitari, dove si recheranno volontariamente gli assistiti, previa la prenotazione attraverso il proprio medico di base.

Il problema, dicevamo, riguarda tutto il resto della popolazione perché il punto vero sembra essere l’ossatura organizzativa per una vaccinazione di massa. Mentre alcune regioni sono molto in avanti nella vaccinazione, la Calabria resta terribilmente indietro visto che il piano di vaccinazione è stato diramato dal commissario al Piano di rientro solo col decreto 32 che porta la data del 19 febbraio.

Non a caso Longo tira le orecchie alle aziende sanitarie «ciascuna per la propria competenza territoriale a dar corso puntualmente alle misure organizzative e operative fissate nel piano definendo e rispettando la programmazione delle sedute vaccinali settimanali» ma soprattutto di garantire «la trasmissione dei flussi informativi quotidiani previsti a livello regionale».

La preoccupazione ci sta tutta visto che la Calabria è all’ultimo posto in Italia per il numero di vaccini somministrati. Lo è di gran lunga. Basti pensare che in Calabria sono stati somministrati il 57% dei vaccini disponibili mentre la media nazionale è del 78%.

La sensazione è che non si sia affrontata in tempo l’organizzazione di questa fase. basti pensare che lo scorso 16 dicembre il Governo centrale ha diramato un avviso per formare un elenco di idonei alla somministrazione. Il bando aveva l’obiettivo di reclutare 3.000 laureati in medicina e chirurgia, abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli albi professionali e 12.000 infermieri e assistenti sanitari iscritti ai rispettivi albi professionali.

Il loro scopo era appunto “l’attuazione del Piano Vaccini, integrando le dotazioni organiche delle Aziende e/o Enti del Servizio Sanitario Nazionale che si occuperanno della somministrazione dei vaccini anzidetti». Non sappiamo per quale ragione ma in Calabria non è stato assunto nessuno per cui non è ben chiaro cosa succederà nella fase due. Spirlì per ora non se ne fa cruccio ed esulta per l’intesa raggiunta con i medici di base.

Per il resto rinvia tutti a giorni migliori. Come ad esempio il personale scolastico che tante polemiche aveva suscitato per la decisione di chiudere le scuole per due settimane. «L’offerta vaccinale al personale scolastico ed universitario docente e non docente – ha scritto Spirlì – prenderà avvio indicativamente a partire dal 10 marzo presso i Centri di Vaccinazione ospedalieri e territoriali, previa prenotazione on line».

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