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COSENZA – Alla zona arancione la Calabria ci arriva con dati drammatici. Otto i morti segnalati soltanto nella giornata di ieri, 732 in un anno circa di epidemia in regione, 300 nuovi casi segnalati in 24 ore su 2036 nuovi soggetti testati, vale a dire il 14.7%. In calo i ricoveri in terapia intensiva (-2) e un solo caso in più tra i ricoveri ospedalieri (LEGGI IL BOLLETTINO DEL 14 MARZO). In questo contesto le vaccinazioni continuano ad andare molto a rilento.

CIRCA 61MILA DOSI ANCORA NON SOMMINISTRATE

Nonostante i proclami regionali la Calabria è terzultima con più o meno 61mila dosi ancora non somministrate. Stando ai dati dell’Agenas di ieri la regione ha inoculato il 73,8% delle dosi disponili. Sono 173mila 003 somministrazioni su 234mila 270 disponibili in poco più di due mesi di campagna vaccinale. La Calabria quindi attende il team di “pianificatori” pensati dal nuovo commissario all’emergenza Figliuolo, ennesimo commissariamento per una regione che non è riuscita ad organizzare un piano vaccinale efficiente e spedito. Ancora, per esempio, si aspetta l’apertura della piattaforma di prenotazione, annunciata due mesi fa, ribadita venerdì scorso e ancora lettera morta.

I MEDICI DI BASE

In questo contesto fumoso la Federazione dei medici di medicina generale attacca nuovamente il commissario Longo e il presidente Spirlì sulla gestione del piano vaccinale. Una delle accuse principali è legata proprio alla gestione delle dosi distribuite per il gli ultraottantenni. Con il “sospetto” che qualcosa non sia andato per il verso giusto, ovvero che alcune somministrazioni siano andate da altre parti. Ed è per questo che la prima cosa che si chiede è «Per quali motivi reali dei 130.778 cittadini over 80, ne sono stati vaccinati solo 34.305? Perché, nonostante i medici di famiglia abbiano somministrato il 100% delle dosi consegnate, la Regione Calabria si trova con uno scarso 72% di utilizzo?».

Il punto sembra proprio essere quello delle dosi a disposizione. Secondo la Fimmg quelle consegnate ai medici sono state totalmente somministrate, ma quelle consegnate sono troppo poche per tutti. «Per quali motivi – si legge nella lettera – non si dispone di tutte le dosi “teoricamente” disponibili, e se non disponibili, chi le ha utilizzate e quali cittadini sono stati vaccinati?».

Il caso è legato anche a quanto accaduto a Cosenza il 5 marzo scorso quando i cittadini anziani sono stati rispediti indietro. «Cosa propongono Longo e Spirlì per correggere la continua disorganizzazione nei centri vaccinali? (moduli di consenso informato non idonei ai vaccini utilizzati, centri vaccinali chiusi negli orari concordati e medici di famiglia fuori, in attesa di apertura. Medici di medicina generale presenti come concordato nei centri vaccinali, ma senza Box idonei alla vaccinazione, sottoutilizzo del personale medico presente). Quali i motivi della disinformazione per le prenotazioni dei pazienti estremamente fragili? Pazienti invitati dai servizi Asp a contattare direttamente i medici curanti, con conseguenti, decine e decine di telefonate ai medici di medicina generale, che hanno bloccato di fatto le attività ambulatoriali, e disorientato i cittadini con informazioni approssimative? Per quali motivi invece, altri cittadini sono stati prenotati dalle Asp sulla base di tabelle non corrispondenti a quelle ufficiali del Ministero e per patologie non gravi?».

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