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CATANZARO – Dopo i Vax Days, la Calabria si appresta a vivere giorni “normali” solo sulla carta. Richiesto uno sforzo inevitabile per raggiungere l’obiettivo di vaccinare più del 70% della popolazione regionale con prima dose entro la fine di giugno. Un risultato che, calcolatrice e dati attuali alla mano, richiede una cifra compresa tra le 15 e le 20 mila vaccinazioni al giorno. Qualche perplessità su questa prospettiva sorge, anche e soprattutto considerando i quattro giorni di Vax Days hanno fatto registrare poco meno di 60mila vaccinazioni, quindi la media minima necessaria di 15mila al giorno, nonostante l’apertura a personale scolastico e caregivers. Un po’ come accade in tutta Italia, però, il problema rimane la frammentazione e la disomogeneità. Le differenze non sono più solo quelle fra Regioni ma anche quelle fra Province. Incrociando i dati delle somministrazioni, con quelli Istat sulla consistenza di popolazione per ogni fascia d’età e quelli forniti in tempo reale da Lab24 de “Il Sole 24 Ore” è possibile fotografare lo stato dell’arte (dati aggiornati alle 16 di martedì).

REGGIO TRASCINA GIÙ IL DATO SUGLI OVER 80

La campagna vaccinale, soprattutto dopo l’insediamento del Premier Mario Draghi, ha fissato l’ineludibile priorità di procedere dai più anziani ai più giovani. Ed a dire il vero, il dato degli over 80 vaccinati in Calabria rimane ancora letale, con la Regione che si assesta poco sopra il 66% a fronte dei 130.778 over 80 calabresi ed è penultima in classifica, con solo il 52% di richiami effettuati. Ciò che incuriosisce, però, è la capacità di questo dato di essere influenzato così negativamente da una sola provincia. Reggio Calabria è infatti staccata, anche di molto, in tutte le categorie.

Va premesso che Fortunato Varone, dirigente generale della Prociv, ha affermato nella nota stampa diramata dalla Regione che “mancano circa 25 mila vaccini già somministrati che le Asp non hanno registrato. Le criticità maggiori risultano a Reggio”.

In attesa di comprendere quanto possa influire e determinare questa mancanza, si può osservare il plastico distacco di Reggio Calabria, che si assesta ben 26 punti percentuali sotto la media regionale delle prime dosi, al 40% di inoculazioni. I richiami sono fermi al 30,94%. Per il resto, tutte le province hanno superato ampiamente la soglia “psicologica” del 70% di prime dosi per quella che si potrebbe definire una impropria “immunità di categoria”. Catanzaro (82%), Cosenza (73%), Crotone (77,77%), Vibo Valentia (78,81%) determinerebbero insieme una media ben più lusinghiera del 77,5% di prime dosi su base regionale, che porterebbe la Calabria sopra ai dati di Liguria, Abruzzo, Sardegna e Campania.

LE FASCE 60-69 E 70-79

La situazione non cambia guardando alle altre due fasce che sono attuale priorità della campagna vaccinale. Con quasi 340mila somministrazioni complessive, la Calabria ha vaccinato con prima dose poco più della metà (52,94%) dei 175.208 “70-79” ed il 41% dei 241.215 “60-69”. La tendenza che si apprezza è quella che vede l’area centrale della Regione essere a “traino statistico” e Reggio ancora una volta fanalino di coda, con Cosenza che, in base ai target, si trova più o meno lontano dal terzetto di testa. In particolare, tra i 70-79, Vibo ha già vaccinato con prima dose 8900 (62%) dei 14.229, Crotone ha anche quasi 9mila somministrazioni di prima dose (60%) a fronte dei 14.812 appartenenti alla categoria. Catanzaro si assesta al 57% con 18.445 prime somministrazioni a fronte dei 32.442 da vaccinare.

Cosenza e Reggio hanno invece numeri assoluti più consistenti, vista la maggior ampiezza delle province, ma percentuali più basse, assestandosi a poco meno del 50%. Non va dimenticato che essere più popolosi determina anche un maggior numero di forniture. Tra i “60-69” la situazione è analoga con Crotone al 56%, Vibo al 49% e Catanzaro al 43% di prime dosi. Cosenza si ferma al 41% nonostante abbia il maggior numero, per distacco, di prime dosi inoculate (più di 37.000) a fronte di un più ampio target di 90.391 cittadini.

Reggio rimane in coda al 32% con 21.000 prime dosi su 65172 cittadini in questa categoria. I richiami per queste categorie sono molto bassi e sono tendenzialmente ovunque poco sopra il 10% ma questo è normale perché la vaccinazione con AstraZeneca determina i richiami a 12 settimane.

TUTTE LE ALTRE FASCE

Per tutte le fasce da 0 a 59 anni le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere hanno vaccinato ovviamente molti sanitari, pazienti fragili, forze dell’ordine, personale scolastico, volontari, personale giudiziario. In particolare, i dati del personale scolastico parlano del 52,9% di prime dosi. La media delle somministrazioni tra i 30 e i 59 anni si assesta tra il 10 ed il 19% di prime dosi e tra i 4 ed il 10% di richiami e poi si abbassa dalla fascia 0/16 che è allo 0,03% di prime dosi, fino alla 16-20 che è all’1,92% di prime dosi e 0,63% di richiami, passando per quella 20-29 che è al 6,35% di prime dosi e 2,76% di richiami.

IL PROBLEMA DEI VETTORI VIRALI

In tutto ciò, permane un problema. La Calabria ha percentuali bassissime di somministrazione dei vaccini a vettore virale. AstraZeneca è ferma al 56% delle dosi somministrate, con 112.697 dosi sulle 201.100 disponibili. Sembra poi del tutto ingiustificata la stasi di Johnson&Johnson, che non richiede richiami quindi accantonamenti, ed ha visto solo 847 somministrazioni sulle 10500 dosi ricevute.

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