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Un vaccino Astrazeneca

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COSENZA – In Calabria le dosi AstraZeneca sono state ripetutamente somministrate anche a chi ha meno di sessant’anni. Una scelta giustificata sempre allo stesso modo: quelle di Ema e Aifa sono indicazioni, suggerimenti e non indicazioni letterali. Il vaccino in questione non è sconsigliato ad esclusione di particolari patologie. E questa è una “interpretazione” di una circolare che di patologie non fa nessuna menzione.

Il testo del Cts è chiaro: “tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da COVID-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni. In virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino”. Salvo ulteriori disposizioni non c’è nessun dietrofront all’orizzonte.

La Calabria al momento non sale sul carro delle Regioni che hanno deciso di sospendere le vaccinazioni con il siero a vettore virale, si continua a difendere un principio giusto: quello che tutti i vaccini sono sicuri ed efficaci, pur muovendosi in maniera differente. Un caso su tutti è quello dei dipendenti regionali che hanno ricevuto il siero Pfizer.

Nel frattempo moltissimi over 50 hanno ricevuto il siero AstraZeneca all’apertura della campagna vaccinale. Stesso vale per gli over 40, dove il siero Johnson & Johnson è stato consigliato in sede di vaccinazione.

Il Cts nazionale a breve si pronuncerà nuovamente in merito al problema delle fasce d’età mentre i fatti di cronaca degli ultimi giorni (compresi i casi calabresi) non tranquillizzano la cittadinanza. Il rapporto consegne di oggi insiste su tutti i sieri: di Moderna arriveranno 3.200 dosi, Janssen altre 3.200 dosi e 3600 di AstraZeneca. Le consegne di Pfizer sono a parte, circa 135mila quelle a disposizione. Di queste 300 saranno usate come una lotteria ai primi che arriveranno senza prenotazione oggi a partire dalle 11 all’inaugurazione del nuovo hub vaccinale dell’aeroporto Pitagora di Crotone.

D’altra parte la “linea” della Regione è stata quella di somministrare il siero anche al di sotto di quella fascia d’età in assenza di determinate patologie. E questo è stato fatto fino a ieri anche sui ragazzi sopra i vent’anni. La questione è stata confermata anche ieri dalla Protezione civile.

«Astra è consigliato in via preferenziale agli over 60 – si legge – Non è sconsigliato alle altre categorie, se non in presenza di determinate patologie e condizioni. Noi stiamo prestando la massima attenzione e scrupolosità. Abbiamo fatto di più: se il Pfizer era indicato dai 12 ai 16 anni, noi lo abbiamo esteso sino ai 20. Se arrivano nuove disposizioni a livello nazionale siamo pronti ad attuarle. E, ricordiamo, a differenza di altre regioni, non abbiamo fatto alcun Astra day».

Secondo questo principio la responsabilità è tutta dei medici vaccinatori in fase di anamnesi, nonostante scelte molto discrezionali. Il problema è chiaramente a monte: per cercare di recuperare un ritardo mostruoso nella gestione della campagna vaccinale è bastato fornire una interpretazione alle indicazioni. E così quel vaccino è finito un po’ ovunque, anche a chi ha appena compiuto vent’anni.

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