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L’ONDA lunga della pandemia da Covid ha prodotto notevoli ricadute sulla salute mentale mondiale. Ha confermarlo è anche uno studio promosso da Irib-Cnr di Messina, Università della Calabria e Università Magna Graecia di Catanzaro per quantificare i cambiamenti che il Covid-19 sta avendo nell’attività clinica degli psicologici. L’articolo è stato pubblicato su Journal of Affective Disorders Reports.

«In questi lunghi mesi, numerose indagini sulla salute mentale sono state condotte nella popolazione, ma quasi nessuno si è preoccupato di valutare l’opinione degli psicologi per comprendere in maniera oggettiva come questa pandemia abbia influito sulla loro attività clinica» – afferma Antonio Cerasa, psicologo e neuroscienziato presso l’Istituto per la Ricerca e Innovazione Biomedica (Irib-Cnr) di Messina.

«Tramite un questionario online, 204 psicologi sparsi in tutta Italia hanno risposto ad alcune domande sull’incidenza che la pandemia ha avuto sulle loro attività cliniche e sui loro pazienti, riguardo lo sviluppo di nuovi sintomi e/o sulla recrudescenza di sintomatologie pregresse» – prosegue la professoressa Francesca Irene Foti, ordinario di Psicologia Generale, coordinatrice del Cdlm in Psicologia Cognitiva e Neuroscienze, dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

«Quasi il 60% degli psicologi ha rilevato un aumento nel numero di nuovi pazienti, i quali si caratterizzano per la presenza di ansia, depressione e disturbi del sonno. Anche nei pazienti già in trattamento si è notata una recrudescenza di sintomatologie pregresse sempre relativamente a questi tre disturbi clinici» – continua la professoressa Liana Palermo, associato di Psicologia Generale, coordinatrice del Cdl in Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.

«Un altro dato interessante che gli psicologi hanno rilevato durante il sondaggio riguarda la tipologia di pazienti che faceva ricorso a nuove cure post-pandemia. Il profilo più vulnerabile alle nuove forme di disturbi psicologi sono le donne, impiegate, con scolarità media, di età tra i 26 e i 45 anni, non sposate» – precisa Francesco Craig, ricercatore di Psicologia clinica, Dipartimento di Culture, Educazione e Società – dell’Università della Calabria.

«Questo studio conferma l’importanza di un immediato intervento politico e sociale per sostenere la salute mentale. La salute fisica è giustamente da anni al centro dell’interesse nazionale ed è ora urgente che lo sia anche quella mentale e psicologica, come da più parti si chiede. La pandemia che si prolunga ormai da più di due anni, pone una seria emergenza psicologica caratterizzata da vissuti di tempo sospeso, ansia e paura per il futuro incerto» conclude la professoressa Angela Costabile, ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione, delegata del Rettore per il counselling psicologico di Ateneo.

A conclusione di questo importante studio scientifico Armodio Lombardo, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Calabria che ha collaborato alla ricerca, chiede al Presidente della Giunta della Regione Calabria l’istituzione di un fondo dedicato alle cure per la salute mentale e la prevenzione del disagio psichico, ovvero un “bonus psicologico” rivolto in primo luogo alle fasce più fragili della popolazione.

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