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COSENZA – L’aumento dei costi impone una revisione dei prezzi sui progetti del Pnrr relativi alla sanità. Era all’orizzonte da tempo, ora le aziende sanitarie iniziano a rimodulare i prezzi per gli ospedali e le case della comunità. Il caso in questione riguarda l’Asp di Cosenza, che ha dovuto adeguare tutte le cifre al nuovo prezzario dei lavori pubblici della Calabria del 2022, una revisione imposta dal decreto legge 50 di maggio scorso, che imponeva un aggiornamento dei prezzi per effetto della crisi.

Non solo, in caso di insufficienza di risorse il Mef ha attivato un “fondo per l’avvio di opere indifferibili” da un miliardo e mezzo di euro per il 2022. A validare i nuovi piani è lo stesso Mef attraverso la piattaforma Regis, ovvero il centro di controllo per la rendicontazione e l’avanzamento dei lavori relativi al piano nazionale di ripresa e resilienza.

L’Asp di Cosenza, in Calabria, è quella che ha la maggior parte degli interventi: ventidue case di comunità, sette centrali operative e nove ospedali di comunità. La maggior parte dei progetti riguardano ristrutturazioni di costruzioni già esistenti, tutte opere che subiscono un incremento medio piuttosto brusco che, al momento, sembra essere “coperto” dai fondi ministeriali.

Il rischio però è che con l’avanzare del conflitto, una crisi senza precedenti sul fronte energetico e una generalizzata carenza di materiali la questione possa diventare quasi senza ritorno. Gli incrementi medi sono del 22,12% per le opere strutturali, 24,83% per le opere edili e il 30,38% per le opere impiantistiche. In soldoni nonostante l’Asp sia riuscita a risparmiare centinaia di migliaia di euro sull’importo dei lavori, bisogna aumentare tutto del 27,6% sulle ristrutturazioni e del 25,77% per le nuove costruzioni (Casali del Manco, Rende, Spezzano Sila, San Giorgio Albanese).

Il problema si traduce in quasi otto milioni di euro in più per concludere i progetti entro i tempi strettamente previsti del 2026. La somma dei lavori, prima del ricalcolo superava di poco i 34 milioni, diventati 42 con il nuovo avanzamento.

La questione riguarda tutte le aziende e tutti i progetti Pnrr in ambito sanitario. Inizialmente la Calabria è stata “premiata” con 302 milioni di euro da ripartire per singole aziende sanitarie, oggi però si apre anche un’altra incognita. Una volta costruite dove si troveranno i fondi per riempirle con personale formato?

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