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Sanità, dopo il concorsone, solo 97 medici dei 106 vincitori (145 i posti disponibili) per l’emergenza urgenza scelgono di rimanere in Calabria


COSENZA – Dei 106 vincitori del concorsone per l’emergenza urgenza in Calabria alla fine si sono presentati in 97 (67 medici su 64 e 30 specializzandi su 32), sette però hanno preferito restare in graduatoria in attesa di nuove chiamate. I nove mancanti «nel frattempo avevano già firmato un contratto con altre aziende».
Le procedure si sono chiuse ieri 28 febbraio 2024. I dottori (in larga parte già al lavoro in Calabria nel 118) e gli specializzandi (quasi tutti con materie equipollenti, mancando in Calabria un pronto soccorso universitario), hanno scelto la loro destinazione. Tutto come da programma, dunque, con il realizzarsi di quanto già anticipato poche settimane fa dal Quotidiano.

Per il concorsone “totale” messo a punto dall’Asp di Catanzaro, la Regione aveva messo a bando ben 145 posti tra i Pronto soccorso e il servizio extraospedaliero della Regione Calabria. In 106 hanno definitivamente superato le prove. Solo 90, invece, prenderanno presto servizio. A guadagnarci di più è l’Asp di Catanzaro. In 30 l’hanno scelta come sede di destinazione. Sedici andranno all’Asp di Cosenza, stessa cifra all’Asp di Reggio Calabria. Solo 6 hanno scelto la nuova azienda ospedaliera universitaria Dulbecco, 5 l’Asp di Vibo Valentia, 6 nell’Asp di Crotone, 2 all’Azienda ospedaliera di Cosenza e altri sei al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria.
Ora bisognerà capire se l’università concederà il nulla osta anche ai dottori specializzandi. Il nodo resta sempre quello delle discipline considerate “equipollenti” per entrare nei Pronto soccorso regionali. La diplomazia proverà a strappare un accordo proprio di questa natura con l’Umg.

Intanto il nuovo corso centralizzato inizia con una carenza certificata. Il problema è sempre lo stesso: i medici non vogliono lavorare nei Pronto soccorso, in condizioni decisamente proibitive. Lo spazio c’è per tutti, anzi. I primi nuovi fabbisogni messi nero su bianco da alcune aziende certificano necessità al momento impossibili da soddisfare.
In più c’è da fare il punto con gli stessi medici che si ritrovano in graduatoria. La maggior parte, ad esclusione di un pugno, sono già operatori dell’emergenza urgenza nei 118 regionali. Il passaggio attuale è dunque una vittoria contrattuale dopo anni in “convenzionata”. Una stabilizzazione necessaria che però non aggiunge ulteriore linfa ad un sistema che ha un disperato bisogno di nuove forse, soprattutto nell’emergenza.

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