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Luisa Latella

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Attraverso il meccanismo delle doppie fatture, prosciugata la sanità calabrese dalle società di factoring; c’è il rischio di infiltrazioni mafiose


Le società di factoring stanno erodendo il sistema sanitario calabrese. Lo fanno attraverso pool di avvocati, specializzati nella “caccia” ai crediti accumulati dai privati nei confronti delle aziende sanitarie calabresi.
Un mare torbido che alimenta sospetti, uno su tutti quello di possibili infiltrazioni mafiose. Il meccanismo si autoalimenta puntualmente in mezzo al caos contabile che ha letteralmente dominato decenni di sanità pubblica calabrese. Un “sistema” consolidato che sfrutta le falle informatiche delle aziende per mettere in piedi il gioco milionario delle doppie e triple fatture liquidate, spesso, con interessi estremamente sostanziosi.
A raccontarlo è il prefetto Luisa Latella durante un’audizione in commissione parlamentare antimafia. I verbali di quei racconti sono stati desecretati da poco.

Le questioni emerse fanno parte di un racconto molto ampio sullo stato dell’Asp di Catanzaro. Nel 2020 il prefetto Latella, il vice prefetto Franca Tancredi e Salvatore Gullì rappresentavano la terna commissariale chiamata a gestire l’azienda provinciale dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Il racconto “svela” il meccanismo e parla di denunce inoltrate alla Procura della Repubblica di fronte ad una condizione di estrema precarietà contabile. Denunce supportate dagli approfondimenti del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro.

LE CESSIONI

Da una parte i crediti accumulati dalle aziende private, puntualmente ceduti alle società di factoring e ad altri colossi, dall’altra un’Asp in ostaggio. «Dietro questo sistema e le cessioni, si nasconde l’infiltrazione – racconta Latella – Per quale motivo? Le cessioni vengono fatte da quello che si dice, però su questo non ho certezza perché non ne ho contezza diretta, con un tasso che io definirei usuraio perché siamo intorno al 6 per cento».
Gruppi finanziari “fumosi” che di fronte alle difficoltà dei privati entrano a gamba tesa. Aziende che «vengono piano, piano erose dall’interno nella loro capacità economico-finanziaria, vengono praticamente acquisite da questi gruppi finanziari, che sono tutti registrati alla Banca d’Italia; non sappiamo però chi ci sia effettivamente in questi gruppi finanziari». Molti di questi «fanno capo a realtà locali. Abbiamo visto che le strutture private, alcune grossissime e storiche strutture private di questo territorio stanno piano piano sparendo proprio per questa attività».

COME FUNZIONA LA TRUFFA DELLE DOPPIE FATTURE

L’altro aspetto riguarda proprio i meccanismi delle doppie fatturazioni pagate dalle aziende. Lo schema è quello dei numeri progressivi differenti. Non un salto abissale, basta anche cambiare giusto un numero. In altre parole «arriva la fattura, che viene immessa nel sistema informatico, va in Ragioneria e la Ragioneria paga regolarmente» dicono i commissari. Quello che accade dopo è che «nella stessa giornata e con un numero diverso, immediatamente progressivo rispetto a quello precedente, viene emessa una seconda fattura». Ed è questa a restare appesa per oltre un anno fino al decreto ingiuntivo. Le Ragionerie delle Asp, che fino ad ora non hanno fatto controlli, provvedono a liquidare. O, altrimenti, si finisce in tribunale. Lì dove arrivano le società di factoring a raccogliere il possibile per far aumentare ulteriormente, caricando di oneri, la cifra. «Questo era il sistema», dice Latella.

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