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“È CHIARO e oramai narrato dalle cronache nazionali, che i militari impiegati nelle stazioni, sebbene meno formati ed equipaggiati, svolgono un lavoro simile se non addirittura complementare a quello dei colleghi in forza al Nucleo Radiomobile. Mentre quest’ultimo dispone di auto blindate, divisa invernale consona, strumenti di deterrenza come il taser ultimamente introdotto, i militari delle stazioni si muovono mediante normali e comuni vetture, contraddistinte solo per i colori di istituto, che non garantiscono loro alcuna tutela in caso di conflitto a fuoco o inseguimento”.

E’ l’allarme che lancia il Nuovo sindacato carabinieri (Nsc).

“È noto come i militari delle stazioni siano sempre più presenti in strada a tutela della pubblica sicurezza, molto spesso in interventi di rilevante pericolosità per la loro stessa incolumità” aggiunge il comunicato citando quanto successo, nel 2019 a San Donato Milanese, dove l’autista di un autobus che trasportava bambini, ha dirottato il mezzo poi incendiandolo. “In quell’occasione, l’intervento è stato svolto da una pattuglia della Stazione di San Donato Milanese – ricorda il sindacato – e non da Radiomobile, o meglio ancora da API (Aliquote Primo Intervento) e SOS (Squadre Operative Supporto) costituite da unità, addestrate ed equipaggiate a fronteggiare un eventuale attacco terroristico in attesa dell’arrivo del GIS. In quel caso tre carabinieri a bordo di una Renault Clio non blindata, senza adeguati strumenti di difesa, sono riusciti ad affiancare l’autobus in corsa e a portare in salvo tutti in tempo record”.

La segreteria regionale NSC Calabria, ha inviato una dettagliata nota al comando generale in cui fa presente ciò che manca ai militari in forza presso le stazioni, elencando tutte le analogie di intervento con i Nuclei Radiomobili, ponendo l’attenzione sulla inadeguata formazione ed equipaggiamento dei militari delle stazioni, nonostante la conclamata parità di impiego.

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