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La caserma abbandonata

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CROTONE – Si trascina stancamente da sette anni il contenzioso fra l’impresa San Paolo immobiliare e il ministero dell’Interno, mentre lo stabile da adibire a nuova sede del Comando provinciale dei carabinieri, pressoché ultimato, è finito più volte nel mirino dei ladri. L’opera non può essere consegnata all’Arma, che sta ancora in affitto. Intanto, in quella specie di cattedrale nel deserto, in via Saffo, gli stessi carabinieri sono in passato intervenuti per furti vari.

I soliti ignoti nel corso degli anni hanno fatto razzia di lavandini, materiale elettrico e cavi in rame per danni stimati fino a centinaia di migliaia di euro dai proprietari dell’immobile, ovvero i titolari dell’impresa di costruzioni. Nonostante i tre corpi di fabbrica, destinati a uffici, alloggi e foresteria, siano praticamente pronti per la consegna, gli immobili sono soggetti a deterioramento, esposti alle intemperie e all’azione di ladri e vandali.

Ad allungare i tempi contribuì anche il blocco determinato dalla Soprintendenza archeologica oltre dieci anni fa. Ma in un certo senso si può parlare di vertenza ultraventennale se si consideri che si cominciò a parlare della nuova sede del Comando provinciale dal ’92, dal momento dell’istituzione dell’ente intermedio crotonese.

Tutto ruota attorno a una conferenza di servizi tenutasi nel lontano 2004, a conclusione della quale si concordò un aumento della metratura di 4000 metri quadrati. Fu in quella sede che la società assunse l’onere di realizzare una struttura di 40mila mq, ovvero l’hotel foresteria ad uso delle forze di pubblica sicurezza, affrontando così un’onerosità superiore al canone di locazione concordato col Ministero. Ciò, però, all’”esclusiva condizione che gli enti interessati garantissero alla società la disponibilità ad alloggiare forze di polizia destinate a Crotone e provincia, e in particolare i carabinieri”.

Nel corso delle trattative tra le parti, nel periodo dal 2002 al 2010, infatti, l’originario canone di locazione, pattuito nella somma di 567.973mila euro, era stato notevolmente ridotto in ragione della sopravvenuta normativa sull’invarianza di spesa, ad un importo di 188.268mila euro. Ecco perché il ministero dell’Interno, una volta approvato il progetto, sollecitava la prosecuzione dei lavori facendo riferimento, nelle sue note, alle trattative in corso con la società, precisando peraltro che gli interventi procedessero di pari passo con l’iter amministrativo e che l’ultimazione dell’opera procedesse con l’ultimazione del contratto.

Nell’estate 2008, ottenuto il permesso di costruire dal Comune di Crotone, iniziano i lavori a cura della San Paolo immobiliare che, considerate le ingenti somme investite, intanto sollecita il Ministero a definire il contratto, anche in vista dell’ammortamento del mutuo bancario.

Una volta ultimata l’opera, e siamo al 2011, la San Paolo lamenta, da una parte, l’inerzia dell’Amministrazione rispetto alla conclusione del contratto, circostanza che ha fatto gravare sulla società gli oneri manutentivi, e, dall’altra, il fatto che soltanto dopo due anni era stato avviato l’iter amministrativo per la stipula, e soltanto in relazione alla parte del fabbricato relativa agli uffici e agli alloggi, senza considerare la foresteria, e ad un canone ridotto ulteriormente del 15 per cento, per un importo di 251.674mila euro, per effetto della spending review. Insomma, un canone sproporzionato rispetto alle spese sostenute per la realizzazione dell’opera, ciò che indusse la società a rifiutare la proposta contrattuale.

È da allora che la San Paolo Immobiliare contesta all’Amministrazione di aver ingenerato il legittimo affidamento in ordine alla conclusione del contratto, incorrendo nella responsabilità precontrattuale, con un danno di quasi 300 milioni di euro.

È appena il caso di ricordare che in tutto questo lasso di tempo, le forze dell’ordine sono state alloggiate in alberghi convenzionati e l’Arma paga un fitto alla Provincia di Crotone di 75mila euro annui per un immobile che, ad ogni acquazzone, si allaga e che, a detta di vari comandanti provinciali che si sono succeduti negli anni, presenta criticità sotto il profilo logistico.

L’imponente struttura finita ma di fatto abbandonata
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