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Una delle ultime alluvioni in Calabria

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Dopo l’allarme lanciato dal dirigente Carlo Tansi arriva la risposta dei territori: in queste condizioni nessuno potrà procedere alla pulizia dei corsi d’acqua

CROTONE – La preoccupazione per la tenuta del territorio in caso di alluvione, già messa a dura prova negli anni passati, ha spinto la Prefettura di Crotone a convocare riunioni tecniche e chiedere agli enti di intervenire. Un allarme che segue quello lanciato nei giorni scorsi dal dirigente della Protezione civile regionale, Carlo Tansi, sulla necessità di procedere con la bonifica dei corsi d’acqua e la loro messa in sicurezza (LEGGI).

Il Prefetto Vincenzo De Vivo ha di recente richiamato formalmente tutti gli attori della gestione del territorio in due direzioni. Ai Comuni ha chiesto di aggiornare i piani comunali di Protezione civile (pochissimi quelli che lo hanno fatto nell’intera Regione, come scritto sul Quotidiano del Sud nei giorni scorsi (LEGGI)), e a ogni ente competente ad adottare «tutte le misure utili per pulizia e manutenzione di corsi d’acqua, alvei, fiumare, canali e fossi di scolo, secondo le rispettive competenze».

Su questo punto sarà da vedere come funzionerà la possibilità per la Protezione civile di utilizzare il personale di Calabria Verde (considerando, tra l’altro, che non sono dotati di mezzi meccanici), in ogni caso il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi, famoso per prese di posizione eclatanti, è schietto: «Con chi la dovremmo fare? Ci hanno tolto anche gli operai dei consorzi di bonifica. Non so proprio con quali risorse potremmo occuparcene. I consorzi di bonifica non ci danno una mano, né Calabria Verde, eppure gli operai ce li hanno… ma non voglio aggiungere altro». Il comune di Petilia è a rischio, il primo cittadino è preoccupato e dice «saranno guai» se non si interverrà.

Nella polemica trascina soprattutto la Regione: «Ho avuto una grossa polemica con il capo della Protezione civile, Carlo Tansi, è facile scrivere ai Comuni e ordinare di fare questo e quello, ma con che cosa lo faccio se non mi da le risorse? I Comuni oggi riescono a malapena a garantire i servizi essenziali». Le situazioni di rischio nel suo comune si trovano soprattutto nei corsi d’acqua vicino ai centri abitati.

«Se non vengono guardati -afferma Nicolazzi- è un guaio, le acque vanno regimentate. Io ho fatto una guerra ma non son riuscito a ottenere chissà cosa. Non si può stare anni e anni a urlare per una cosa che dovrebbe essere ottenuta nella normalità». Il sindaco del crotonese sta aspettando tra i sette e gli otto milioni per mettere in sicurezza le aree del suo comune a rischio stabilità. «Protezione civile e Italia sicura, insieme ad altri, mi avevano promesso che il Comune di Petilia sarebbe stato il primo a ricevere le risorse e mi hanno detto che i documenti sono stati presentati. Se non arrivano saranno guai anche per loro perché non li farò dormire».

Va meglio a Crotone, dove l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Tommaso Sinopoli, rassicura: la pulizia dei canaloni «partirà a settembre. «Opereremo -aggiunge- in tutti quelli di competenza del Comune, perché altri sono di competenza del Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese».

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