X
<
>

L'imbarcazione usata per trasportare i migranti

Condividi:
2 minuti per la lettura

Stavano fuggendo a bordo di un veliero usato per sbarcare ieri i migranti sulla spiaggia di Capo Colonna

CROTONE – Fermato un veliero in fuga e arrestati tre scafisti ucraini. Dopo lo sbarco di ieri mattina di 39 migranti a Capo Colonna, si è riusciti grazie all’azione combinata di polizia di stato e guardia di finanza, al fermo del veliero che poche ore prima aveva portato i migranti nel capoluogo pitagorico (LEGGI LA NOTIZIA SULLO SBARCO)

L’imbarcazione, proveniente dalla Turchia, denominata “JASNA” e battente bandiera americana, è stata individuata dall’elicottero A 109-Nexus in mare aperto mentre si allontanava tentando di ritornare in Turchia.

L’unità navale della Guardia di Finanza, quindi, ha fermato ed abbordato il veliero con a bordo tre cittadini ucraini. L’imbarcazione, quindi, è stata condotta nel porto di Crotone e sottoposta a sequestro. Contestualmente viste le prove a loro carico, tre scafisti ucraini sono stati arrestati in concorso tra loro per il reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

Gli arrestati 

Si tratta di: Oleksii Brutskyi, 39 anni; Andrii Korabolv, 39 anni e Oleksandr Oblozkin di 33 anni il cui coinvolgimento nell’evento migratorio è stato confermato dalle dichiarazioni degli stessi migranti, sebbene, molti di loro non hanno inteso dare collaborazione alcuna, per paura di ritorsioni ad opera di altri complici dell’organizzazione criminale che ha gestito l’evento nei confronti dei propri familiari rimasti nei paesi d’origine Alcuni dei migranti, nel frattempo trasferiti presso il Centro di accoglienza  S.Anna di Isola di Capo Rizzuto, hanno indicato, agli investigatori, nei cittadini ucraini, i componenti dell’equipaggio che ha condotto l’imbarcazione a vela a bordo della quale erano salpati, circa cinque giorni prima, dalle coste della Turchia alla volta dell’Italia a fronte del pagamento di circa 5000 dollari cadauno. Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati alla casa circondariale di Crotone per ivi rimanervi, a disposizione del Pubblico Ministero dr. Alessandro Riello che coordina le indagini.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE