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Il dentice pescato dall'uomo prima della sua sparizione

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L’allarme è stato dato da un amico che era con lui. Le ricerche sono state sospese ieri sera e riprese questa mattina all’alba

ISOLA CAPO RIZZUTO (CROTONE) – Col fucile da sub aveva catturato un dentice, a circa un chilometro al largo del porto di Le Castella, in piena area marina protetta Capo Rizzuto, dove la pesca in apnea non è consentita: ma dalle 11,30 di ieri, ora in cui è scattato l’allarme, non si hanno notizie del 33enne Giuseppe Tavella, di Catanzaro. La speranza è l’ultima a morire, ma dopo le prime due ore di ricerche le possibilità di ritrovare in vita un disperso in mare si riducono.

I soccorritori lo sanno bene, ma non per questo lavorano meno intensamente. Le ricerche, sospese ieri sera poco prima delle 20, sono riprese oggi all’alba.

Il giovane, in compagnia di un amico, era uscito in barca, si è immerso in un punto profondo, forse, una quarantina di metri, ma poi non è riemerso.

Ad allertare i carabinieri, che a loro volta hanno subito segnalato il caso alla guardia costiera, è stato proprio il compagno di pesca, preoccupato. Sono subito iniziate le attività in mare della Capitaneria di porto di Crotone, sotto il coordinamento della direzione marittima di Reggio Calabria. Sono uscite le motovedette e un elicottero ha sorvolato per tutto il pomeriggio di ieri una zona ampia della riserva marina più grande d’Europa; impegnati anche i sommozzatori delle Capitanerie. Sono stati allertati i volontari del Club Diving di Le Castella, che si sono gettati in mare più volte nel tentativo di rintracciare Tavella.

È stato proprio il loro coordinatore, Francesco Megna, a recuperare due fucili subacquei con un dentice. Quello è il luogo dell’immersione. In quel punto andavano, dunque, circoscritte e intensificate le ricerche. Intanto, venivano avvisati i familiari del disperso. Il giovane è sposato e ha una bimba di quattro anni. La mente corre a un precedente neanche tanto remoto, putroppo dal triste finale, quello del settembre 2014, quando non riemerse più dalla battuta di pesca in apnea e morì per annegamento il crotonese Marco Panaia, il 24enne che si era tuffato nello specchio d’acqua antistante il promontorio di Capocolonna. Anche in quel tratto la pesca subacquea è vietata. Là è addirittura zona “A” dell’area marina protetta, ovvero di riserva integrale, mentre il punto in cui si è immerso Tavella è zona “B”, anch’essa interdetta ai sub. Le analogie si incrociano, perché in quel tratto, forse, dovrebbero essere intensificati i controlli anche al fine di impedire nuove tragedie.

I soccorritori, coordinati dalla Capitaneria di porto, continuerano, dunque, anche oggi a monitorare la zona, anche se ma man mano che passano le ore le speranze si affievoliscono. Le condizioni meteorologiche, al momento del’immersione erano buone. Nel pomeriggio le correnti spingevano verso il largo per cui si cerca in un’area compresa in un raggio di circa dieci miglia dal punto del ritrovamento dei fucili. Là non è stato rinvenuto alcun pallone segna sub.

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