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La piccola Taisilia

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CROTONE – Il padre della povera Taisiia ha appreso la tragica notizia mentre si trovava in Francia, dove lavora, e si è precipitato a Crotone, dove ha riabbracciato sua moglie. L’abbraccio più triste. Sono dietro la porta della stanza del pm Alessandro Rho, al terzo piano del Palazzo di giustizia, Ivan e Luidmila Marseniyk, i genitori della bimba di cinque anni scappata dalle bombe di Ternopil per rifugiarsi a Crotone, dove, in una contrada di campagna, ha trovato la morte, investita e uccisa da un furgone condotto da un diciottenne che guidava senza patente (è soltanto munito di foglio rosa).

Alla giovane coppia – lui ha 36 anni, lei 29 – il loro legale, l’avvocato Tiziano Saporito, con l’ausilio di una connazionale ucraina che fa da interprete, deve spiegare che domani si terrà l’autopsia sul corpicino della loro piccola. Forse già dalla prossima settimana avrebbe frequentato la scuola dell’infanzia nella campagna alla periferia nord di Crotone, poco distante da quel ciglio della strada provinciale 22 dove qualche mano pietosa ha lasciato tulipani, un lumino e un peluche, quella bellissima e sfortunatissima bambina la cui immagine circola a più non posso sui telefonini della folta comunità ucraina che vive e lavora a Crotone.

«Somigliava tanto a sua madre», dice una conoscente della famiglia su cui si è abbattuta una tragedia nella tragedia. Gridano al vento il loro personalissimo dramma, Luidmila e Ivan, mentre le loro vite già erano state devastate da un conflitto assurdo.

Accolte da una cognata che lavora da tanti anni nell’agriturismo “La casa del principe”, madre e figlia pensavano forse di rifarsi una vita in Italia, ma i sogni si sono infranti sull’asfalto di quella stradina di campagna battuta dalla pioggia la scorsa sera di sabato.

Sul fronte giudiziario, la novità è il conferimento dell’incarico, per l’esame autoptico, al medico legale Isabella Aquila. Ieri, intanto, assistito dall’avvocato Roberto Stricagnoli, è stato sentito dai carabinieri il 44enne F.D.F., piccolo imprenditore edile, padre del conducente del furgoncino Fiat “Doblò” condotto dal figlio G. P. D. F. che ha travolto la piccola e ferito un sedicenne che frequentava la cugina della vittima, rimasta fortunatamente illesa.

Massimo il riserbo degli inquirenti sul contenuto dell’interrogatorio. Il pm sta cercando di appurare se davvero ci fossero stati degli screzi tra il guidatore, difeso, invece, dall’avvocato Mario Siniscalco, e quel sedicenne che portava sulle spalle la piccola Taisiia, che nell’urto che dev’essere stato terribile ha perso le scarpette volate qualche metro più in là, tra ciuffi d’erba.

I due ragazzi pare abbiano avuto un alterco qualche giorno fa perché entrambi volevano frequentare la cuginetta della giovanissima vittima. Sta di fatto che, a quell’ora, poco dopo le 19, il diciottenne – accusato di omicidio stradale in concorso insieme al padre che in un primo momento si era assunto la responsabilità del fatto ma, messo alle strette dai carabinieri, ha dovuto ammettere che al volante c’era il figlio – non poteva guidare senza patente. Il foglio rosa peraltro l’aveva lasciato pure a casa. E sempre di recente era già stato denunciato per guida senza patente.

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