X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

ISOLA CAPO RIZZUTO (KR) – La comunità locale piange la drammatica morte di due cittadini, Carmine Marasco e Antonio Pullano, il primo ha perso la vita in un incidente sul lavoro, il secondo l’ha persa, invece, lungo la strada statale 106. Si tratta di due cause di morte, di due scie di sangue, che non conoscono interruzioni.

L’operaio, Carmine Marasco, che è morto sul colpo dopo essere caduto da un ponteggio in via Boncompagni, a Roma, era originario di Isola. Aveva 48 anni. È l’ennesima vittima sul lavoro. Il ponteggio era alto due metri. Il cantiere era stato aperto per i lavori di ristrutturazione di un immobile. Per Carmine Marasco si sono rivelati purtroppo inutili i tentativi di soccorso: il personale del servizio 118 ha cercato di rianimarlo in strada ma senza successo.

La Procura indaga per omicidio colposo, un atto che si è reso necessario anche per lo svolgimento dell’autopsia e per fare luce sulla morte dell’uomo. L’esame autoptico ha confermato che Marasco è morto per la caduta. Gli avvocati del Foro di Roma, Giovanni Tomaino, che assiste i genitori, e Fabio Nicolanti, che assiste due dei quattro fratelli del defunto, hanno ottenuto la restituzione della salma. I funerali sono stati celebrati il 7 luglio nel Duomo di Isola. Gli anziani genitori dell’operaio, Rosario e Caterina, sono apparsi distrutti dal dolore.

Mamma Caterina ha ripetuto ossessivamente: “Signore, perché non hai preso me che ho 78 anni?” Carmine era separato legalmente: ha lasciato due figli, un’adolescente di sedici anni e un ragazzo di quattordici. Un nipote acquisito, Domenico Vetere, racconta: “Zio Carmine lo conoscevano tutti, era un uomo buono, in famiglia era il punto di riferimento di noi nipoti, di mia moglie, che era una nipote diretta, ma anche dei nostri figli e dei loro amichetti per quanto era affettuoso, socievole e giocherellone con i bambini.” Chi li ha informati dell’incidente mortale? “I titolari dell’azienda si sono ricordati che io ho un’attività, i tabacchi Sipan, e mi hanno telefonato, al momento dell’incidente loro non erano sul posto”, risponde il signor Vetere.

“Purtroppo- aggiunge- zio Carmine ha sbattuto la testa, riportando un trauma cranico, è stato sfortunato.” Da quanti anni lavorava a Roma? “Era un dipendente della Armofer di Cinerari Luigi srl, con sede a Siziano- precisa il nostro interlocutore- lavorava a Roma da tre-quattro anni, prima stava a Milano, ha fatto qualche lavoretto a Isola, era però un bravissimo escavatorista e non era contento di fare altro.” Tornava a Isola “ogni 15 giorni, lui abitava a casa dei genitori, era il più piccolo di cinque figli, tre maschi e due femmine.” Gli avvocati, Giovanni Tomaino e Fabio Nicolanti evidenziano che “sono al vaglio eventuali responsabilità penali conseguenti ad omissioni in materia di sicurezza sul lavoro.”

L’altra notizia, che ha rattristato la comunità locale, e non solo, è il decesso, avvenuto all’ospedale di Catanzaro, di Antonio Pullano, l’infermiere in pensione 72enne che, martedì, era rimasto coinvolto in un incidente stradale sulla statale 106, nei pressi dell’aeroporto. La sua auto, una Fiat Panda, si è scontrata con una Volkswagen Golf, a bordo della quale viaggiava una coppia, sempre di Isola. Pullano, essendo ferito gravemente, era stato trasportato d’urgenza con l’elicottero del soccorso all’ospedale Pugliese-Ciacco di Catanzaro. I gravi traumi riportati nell’incidente gli sono stati fatali. Sono in corso accertamenti per ricostruire la dinamica dello scontro. Pullano era vedovo, padre di quattro figli. La moglie è morta l’anno scorso, pure a luglio. La coppia che viaggiava sull’altra auto è ferita lievemente.         

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE