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Il tribunale di Reggio Emilia

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REGGIO EMILIA – Niente silenzio social per i processi di ‘ndrangheta, almeno per quanto riguarda il caso di due omicidi di ‘ndrangheta compiuti in Emilia Romagna.

La decisione è stata assunta dai giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia che hanno decretato che la stampa potrà rimanere in aula e i volontari dell’associazione Agende Rosse potranno trascrivere sulla loro pagina Facebook i contenuti delle udienze, così com’è avvenuto per il processi Aemilia.

Il processo riguarda due omicidi di ‘ndrangheta avvenuti nel 1992 nella frazione di Pieve Modolena e nel comune di Brescello (nella Bassa reggiana).

I giudici hanno dunque rigettato la richiesta del boss imputato Nicolino Grande Aracri e delle difese di impedire la pubblicazione in diretta del processo; fatto che, a loro avviso, avrebbe potuto influenzare i testimoni e inficiare l’esito del ‘giusto processo’.

In particolare, i giudici hanno precisato che «nessuna norma consente alla Corte di limitare l’uso di dispositivi elettronici in aula o limitare l’accesso ai social network da parte del pubblico». Inoltre, «il potenziale condizionamento si dimostra privo di fondamento – ha proseguito la Corte – infatti la garanzia di genuinità della prova risiede nell’esame incrociato delle parti».

Sono state autorizzate inoltre le riprese audio e video delle udienze, purché non trasmesse in diretta. 

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