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don Edoardo Scordio

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CROTONE – Trentadue richieste di condanna per un totale di oltre 280 anni di carcere, fra le quali quella destinata a fare più rumore è quella a 18 anni nei confronti dell’ex parroco dell’Assunta di Isola Capo Rizzuto Edoardo Scordio, imputato di associazione mafiosa, e sei richieste di assoluzione.

Il pm Antimafia Domenico Guarascio ha formulato, davanti al Tribunale penale di Crotone, la sua requisitoria, nell’ambito del processo col rito ordinario scaturito dall’inchiesta che nel maggio 2017 portò all’operazione interforze Jonny, con cui la Dda di Catanzaro avrebbe fatto luce, tra l’altro, sui tentacoli della cosca Arena sul Centro d’accoglienza S. Anna, tra le strutture per migranti più grandi d’Europa.

Nel giugno 2019 il troncone processuale svoltosi col rito abbreviato si concluse con condanne per 640 anni (LEGGI).

Attualmente agli arresti domiciliari, dopo cinque mesi trascorsi nel carcere di Vibo Valentia, ma a Rovereto, nell’istituto di carità intitolato ad Antonio Rosmini, il grande filosofo e teologo venerato dal 2007 come beato dalla Chiesa cattolica che nel centro in provincia di Trento nacque, l’ex parroco è ritenuto al vertice del sistema attraverso cui la cosca Arena avrebbe lucrato sul business dei migranti. Il “gruppo economico” di cui faceva parte, con sbilanciamento, in termini di rapporti di forza, in favore di Leonardo Sacco, ex governatore della Misericordia di Isola – che nel filone del rito abbreviato si è beccato 17 anni – ma anche “socio occulto e amministratore di fatto” della società Quadrifoglio, principale azienda di catering servente il Cara, avrebbe, infatti, realizzato un vero e proprio affare sulla pelle dei profughi: le somme per la loro assistenza sarebbero state distratte per oltre un decennio.

I particolari nell’edizione del Quotidiano di domani in edicola.

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