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Gli spacciatori ripresi dalle videocamere

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DIECI condanne nel processo col rito abbreviato scaturito dall’inchiesta che nel maggio scorso portò all’operazione “Autogol”, così chiamata dai carabinieri perché il Grande Fratello sullo spaccio di droga a ridosso del polo scolastico di via Acquabona, nel quartiere rom di Crotone, fu possibile visionarlo dall’impianto di videosorveglianza di uno degli indagati. Il gup Romina Rizzo ha sostanzialmente accolto le richieste del pm Andrea Corvino disponendo pene fino a oltre 11 anni di reclusione.

GUARDA: VIDEO – Operazione Autogol a Crotone, le immagini dello spaccio

Tutto parte dall’imbattersi dei carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia in un assuntore di stupefacenti, beccato con una dose di cocaina, nella zona degli “zingari”, il famigerato rione assurto a market degli stupefacenti e più volte al centro di operazioni antidroga. Interrogato su chi gli avesse ceduto la sostanza, l’uomo ha indicato “Roberto”, ricondotto dagli esperti investigatori a Massimo Berlingieri, uno degli indagati principali nell’operazione.

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I carabinieri perquisirono casa sua e i locali di un plesso ormai in disuso dell’ex liceo magistrale Gravina, locali accessibili dall’abitazione, e nella sua disponibilità trovarono 200 grammi di cocaina e 2247 chili di marijuana più un taccuino con date e cifre. Il deposito della droga era nell’ex scuola. Ma fu sequestrato anche un marsupio con due bilancini di precisione e sette ritagli di cellophane.

Nel corso della perquisizione, i carabinieri notarono l’impianto di videosorveglianza puntato sulla veranda di Berlingieri, poi arrestato, e sulla porta d’ingresso del plesso scolastico. Proprio l’esame dei filmati costituì la genesi dell’indagine. Le telecamere monitorate dall’abitazione di Berlingieri, infatti, inquadravano l’accesso all’edificio scolastico in stato d’abbandono, che un tempo ospitava il liceo Gravina, costituito da una porta in ferro oltrepassata la quale si accedeva ai locali adibiti a servizi igienici.

Le immagini consentirono di ricostruire una frenetica attività di di spaccio di stupefacenti che si materializzava anche alla presenza di minorenni. L’indagine, andata avanti dal febbraio al giugno 2020, avrebbe poi consentito di cristallizzare in ben 186 capi d’accusa un dilagante fenomeno, con acquirenti e assuntori di droga che si presentavano a tutte le ore del giorno e della notte e un sistema di vedette che avvisavano i pusher dell’arrivo delle forze dell’ordine.

Non mancano immagini di pesatura, di saggio della sostanza attraverso l’olfatto, ma la cosa più grave è che le scene quotidiane di spaccio di svolgevano alla presenza di minorenni. Figure apparentemente estranee, spesso donne, mettevano in allarme il gruppo di spacciatori non appena avvistano le volanti di polizia e carabinieri. Il baratto aveva luogo in caso di indisponibilità di contanti. È stato possibile documentare come gli indagati fossero disposti ad accettare qualsiasi contropartita, tra cui smartphone, bigiotteria ed elettrodomestici, pur di vendere la sostanza stupefacente.

Le condanne per l’operazione Autogol

Ecco le decisioni del giudice:

  • 11 anni e 2 mesi per Massimino Berlingieri, di 46 anni,
  • 9 anni e 4 mesi per Antonio Berlingieri (65),
  • 5 anni e 4 mesi per Damiano Bevilacqua (37),
  • 5 anni e 8 mesi per Francesca Manetta (47),
  • 7 anni per Romina Manetta (42) e Armando Passalacqua (33),
  • 8 anni per Cosimo Passalacqua (47),
  • 7 anni e 2 mesi per Francesco Schipani (50),
  • 6 anni e 8 mesi per Giuliana Veneziano (21).

Domenico Passalacqua (23) ha già patteggiato 3 anni e 4 mesi.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Aldo Truncè, Mario Nigro, Mario Prato, Fabrizio Salviati.

Stralciata, su richiesta dell’avvocato Truncè, la posizione di Leonardo Pio Berlingieri (22), del quale, all’esito di una perizia, non è stata provata la capacità di stare in giudizio; il giovane pertanto è stato assolto.

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