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Il tribunale di Crotone

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CROTONE – Ventuno persone sono state rinviate a giudizio dopo essere finite sotto accusa nell’ambito dell’inchiesta che avrebbe fatto luce su un’organizzazione dedita a una mega truffa del carburante, operante nella provincia di Crotone e che si sarebbe avvalsa dell’ausilio di dipendenti della Regione Calabria.

Lo ha deciso il gup distrettuale di Catanzaro Luca Bonifacio, che ha fissato il processo per il prossimo 9 novembre dinanzi al tribunale penale di Crotone. Sono state accolte le richieste del pm Francesco Bordonali.

TRUFFA DEL CARBURANTE A CROTONE, CHI SONO I RINVIATI A GIUDIZIO

A giudizio: Roberto De Fazio, di 42 anni, di Scandale; Alessandro Bianco (41), di Isola Capo Rizzuto; Francesco Ranieri (48), di Isola Capo Rizzuto; Saverio Flotta (42), di Crucoli; Mariantonia Capasso (57), di Cirò Marina; Graziano Vulcano (40), di Cirò Marina; Antonio De Meco (55), di Isola Capo Rizzuto; Giuseppe Giancotti (40), di Rocca di Neto; Ottone Cesario (64), di Crotone; per 3 mesi a Angelo Lonetti (50), di Melissa, e Natale Pacenza (61), di Crucoli; Francesco Cilidonio (47), di Cirò Marina; Michele Arena (34), di Crucoli; Fabio Vulcano (40), di Cirò Marina; Francesco Bevilacqua (44), di Crotone; Marcello Scornaienchi (64), di Piane Crati; Luigi Giancotti (73), di Rocca di Neto; Caterina Mele (39), di Casabona; Pasquale Megna (66), di Crotone. Rito abbreviato per Silvestro Cerrelli (42), di Casabona. Il rinvio a giudizio anche per il rappresentante legale di Kremissa Carburanti.

Hanno scelto il rito abbreviato l’imputato Salvatore Scordamaglia (62), di Petilia Policastro, e la Scordamaglia Carburanti.

Tra i dati falsamente dichiarati dagli imputati, secondo l’accusa, ci sarebbero anche pezzi di pista dell’aeroporto S. Anna e di spiagge di Isola Capo Rizzuto indicati come terreni coltivati. Forse è questo l’aspetto più clamoroso dell’inchiesta. A seguito delle indagini condotte dai carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria della Procura di Catanzaro e dai loro colleghi del Nucleo operativo ecologico, supportati da militari dei Comandi provinciali di Catanzaro e Crotone, nel febbraio scorso vennero eseguite undici misure cautelari e un decreto di sequestro di somme per 600mila euro a carico di imprenditori, autisti e funzionari regionali.

IL PRESUNTO MECCANISMO PER TRUFFARE LO STATO

Il presunto meccanismo truffaldino prevedeva l’utilizzo di false dichiarazioni circa il possesso dei requisiti previsti dalla legge. L’obiettivo era ottenere indebite percezioni di carburante agricolo a prezzo agevolato gravato da accisa ridotta, successivamente immesso sul mercato nero a prezzo concorrenziale.

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata a truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e di accesso abusivo ai sistemi informatici della Regione Calabria. Nell’inchiesta erano state sequestrate la societe Kremissa Carbutranti di Cirò Marina e Scordamaglia Carburanti di Petilia Policastro con sospensione della relativa autorizzazione.

Secondo l’ipotesi degli inquirenti, i membri dell’organizzazione avrebbero agito attraverso la fattiva collaborazione di almeno tre funzionari regionali. Attestando falsamente la disponibilità di aree agricole, in alcuni casi di proprietà del demanio dello Stato e marittimo, ed il possesso di mezzi d’opera per la lavorazione e coltivazione delle stesse, miravano ad ottenere le indebite percezioni di carburante poi finito sul mercato utilizzato soprattutto per motori da strada.

L’indagine è scattata dopo che De Fazio, presunto capo della gang, avendo avuto rapporti con un centro di assistenza agricola, si sarebbe procurato le credenziali per operare nel Sian (Sistema informativo agricolo nazionale). Questi avrebbe prodotto domande pur non avendo alcun ruolo nel Caa ed essendo le sue utenze disabilitate dopo una querela del Centro nazionale. Inoltre, per aver assegnato il carburante, avrebbe falsamente dichiarato colture in aree del Demanio marittimo e dello Stato e lo schema sarebbe stato replicato da alcuni indagati.

IL RUOLO DEI FUNZIONARI REGIONALI

Pur estranei all’associazione a delinquere, i tre funzionari interdetti avrebbero compiuto operazioni illecite nella gestione di alcune pratiche. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giovanni Mauro, Graziella Maietta, Tiziano Saporito, Mariano Salerno, Giuseppe Urso, Emanuele Campana, Ornella Nicci, Antonello Talarico, Vincenzo Cardone, Diodato Scalfaro.

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