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Il tribunale di Catanzaro

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‘Ndrangheta, sentenza Golgota: 4 secoli di carcere al clan Mannolo e agli Arena di Isola

CUTRO – Oltre quattro secoli di carcere sono stati inflitti dal gup distrettuale di Catanzaro ai clan di ‘ndrangheta Mannolo di San Leonardo di Cutro e Arena Nicoscia di Isola Capo Rizzuto per i fiumi di droga che scorrevano nel territorio della provincia di Crotone e lungo la fascia jonica catanzarese finiti al centro delll’operazione “Golgota”. Sono state 47 le condanne e soltanto cinque le assoluzioni nel processo di primo grado, svoltosi col rito abbreviato, scaturito dall’inchiesta del febbraio 2021.

“Golgota”, come il monte della Crocifissione, perché dalla collinetta della frazione costiera di Cutro si affaccia un Cristo con le braccia protese verso un golfo incantevole e sotto il cui sguardo si è materializzata una serie impressionante di traffici di stupefacenti e armi.

Sono state accolte, sostanzialmente, le richieste del pm Antimafia Domenico Guarascio, che ha anche coordinato le indagini della Squadra Mobile della Questura di Crotone.

L’INCHIESTA

Gli investigatori, proseguendo le indagini sulle nuove leve dei clan di Isola, sgominate con l’operazione Tisifone, che scongiurò la ripresa della guerra tra cosche, avrebbero individuato due associazioni criminali dedite al narcotraffico, inizialmente unite ma poi separatesi per conflitti interni.

Un primo gruppo sarebbe stato guidato da Claudio Santo Papaleo, con la supervisione dei Nicoscia. Ma sarebbero emersi anche i rapporti tra il gruppo di Papaleo e la famiglia Mannolo: i fratelli Rocco, Giuliano, Fabio e Ivan sarebbero stati il canale di approvvigionamento di droga per le cosche del Crotonese e pusher catanzaresi. Proprio per Papaleo e i fratelli Giuliano e Rocco Mannolo ma anche per Antonio Sestito, sono state disposte le pene più elevate, a 20 anni di reclusione ciascuno.

Ma luce è stata fatta su un’altra associazione dedita al narcotraffico, quella gestita dal ceppo dei “Pecorari” della famiglia Mannolo. I fratelli Mannolo pare controllassero il territorio con veri e propri pattugliamenti. I pentiti concordemente li indicano al vertice di un’organizzazione che trafficava lungo la fascia jonica tra le province di Crotone e Catanzaro.

Tra loro anche Dante Mannolo, figlio del mammasantissima Alfonso, che accusa i cugini di aver rifornito le piazze di Crotone e Catanzaro Lido. Padre e figlio sono stati già condannati nel processo Malapianta. Ma la gang progettava anche traffici dal Sudamerica. Sarebbe stato l’isolitano Antonio Astorino, ritenuto al vertice di una terza associazione a delinquere, a informare il coimputato Martino Tarasi di aver ricevuto la proposta precisando di conoscere una persona di fiducia a bordo di una nave che avrebbe potuto abbandonare la droga in acque europee, da dove sarebbe stata poi recuperata e fatta arrivare a Barcellona.

LA SENTENZA GOLGOTA CONTRO I CLAN DI ‘NDRANGHETA MANNOLO E ARENA

Ma ecco il dispositivo (in parentesi le richieste). Nicola Arena, di Isola Capo Rizzuto: assolto (assoluzione); Salvatore Arena, di Isola Capo Rizzuto: 13 anni e 4 mesi (14 anni); Carmine Astorino, di Motta Visconti: 6 anni e 8 mesi (8 anni); Valerio Carpino, di San Leonardo di Cutro: 3 anni e 4 mesi (10 anni); Marco Cenerini, di Crotone: 4 anni e 8 mesi (6 anni); Salvatore Cappa, di Cutro: 3 anni e 6 mesi (4 anni e 4 mesi); Gerolamo Ferrini, di San Leonardo di Cutro: 7 anni e 8 mesi (10 anni); Giuseppe Gerardi, di Isola Capo Rizzuto: 10 anni e 8 mesi (16 anni); Caterina Gaetano, di Cutro: 3 anni e 6 mesi (4 anni); Alessandro Giardino, di Isola Capo Rizzuto: 11 anni (12 anni); Alfonsina Giardino, di Isola Capo Rizzuto: 4 anni e 8 mesi (8 anni); Giovanni Greco, di Catanzaro: 13 anni e 4 mesi (14 anni); Laura Guarino, di Isola Capo Rizzuto: assolta (6 anni); Raffaele Gualtieri, di Isola Capo Rizzuto: 6 anni e 8 mesi (9 anni); Mirko Iannone, di Isola Capo Rizzuto: 18 anni (18 anni); Danilo Loscavo, di Simeri Crichi: 2 anni e 4 mesi (9 anni); Giuseppe Macchione, di Crotone: 5 anni e 5 mesi (10 anni); Maria Pia Macrì, di San Leonardo di Cutro: assolta (6 anni); Francesco Macrillò, Isola Capo Rizzuto: 16 anni (16 anni); Fiore Macrillò, Isola Capo Rizzuto: 13 anni (12 anni); Giuseppe Mancuso, di Isola Capo Rizzuto: 4 anni e 8 mesi (10 anni); Antonio Manfredi, Isola Capo Rizzuto: 2 anni e 4 mesi (10 anni); Fabio Mannolo, di Isola Capo Rizzuto: 10 anni e 10 mesi (18 anni); Francesco Mannolo, di San Leonardo di Cutro: 2 anni (10 anni); Giuliano Mannolo, San Leonardo di Cutro: 20 anni ( 20 anni); Ivan Mannolo, di San Leonardo di Cutro): 13 anni e 2 mesi (18 anni); Rocco Mannolo, di San Leonardo di Cutro: 20 anni (20 anni); Salvatore Martino, di Cutro: 4 anni e 8 mesi (10 anni); Rocco Marchio, di Crotone: 9 anni e 4 mesi (8 anni); Lucia Mirielli, di San Leonardo di Cutro: 2 anni e 8 mesi (4 anni); Angela Nicastro, di Isola Capo Rizzuto: 1 anno e 4 mesi (6 anni); Giacomo Pacenza, di Parma: 4 anni e 8 mesi (8 anni); Santo Claudio Papaleo, di Isola Capo Rizzuto: 20 anni (20 anni); Leonardo Passalacqua, di Crotone,: 16 anni e 8 mesi (14 anni); Nicola Perri, di Isola Capo Rizzuto: 7 anni (9 anni); Fabio Procopio, di Isola Capo Rizzuto,: 12 anni e 8 mesi (10 anni); Giuseppe Pullano, di Isola Capo Rizzuto: assolto (assoluzione); Emanuel Ribecco, di San Leonardo di Cutro,: 7 anni e 4 mesi (10 anni); Domenico Riillo, di Isola Capo Rizzuto: 8 anni e 4 mesi (10 anni); Francesco Riillo, di Isola Capo Rizzuto: 2 anni (6 anni); Mirko Scarpino, di San Leonardo di Cutro: 11 anni e 2 mesi (12 anni); Ida Maria Scerbo, di Isola Capo Rizzuto: 4 anni (4 anni); Antonio Sestito, di Isola Capo Rizzuto: 20 anni (26 anni); Ivan Stramandinoli, di Crotone: 2 anni (4 anni); Martino Tarasi, di Isola Capo Rizzuto: 10 anni (14 anni); Giuseppe Timpa, di Isola Capo Rizzuto: 16 anni e 4 mesi (19 anni e 4 mesi); Luca Vallone, di Isola Capo Rizzuto: assolto (8 anni); Antonio Vasapollo, di Isola Capo Rizzuto: 6 anni e 8 mesi (8 anni); Santo Vittimberga, di Isola: 13 anni e 9 mesi (16 anni); Marco Ignazio Zedda, di Isola: 6 anni e 8 mesi (6 anni e 8 mesi).

LA DIFESA

I difensori sono riusciti solo in parte a scalfire l’impianto accusatorio. Sono intervenuti gli avvocati Luigi Falcone, Gregorio Viscomi, Luigi Villirilli, Leo Sulla, Salvatore Staiano, Tiziano Saporito, Gianni Russano, Francesca Buonopane, Mario Prato, Fabrizio Salviati.

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